Svetlana, la bimba di Chernobyl della val di Sole uccisa dalle bombe in Ucraina
A raccontare la sua storia è stato Daniele Raineri sul Foglio. Svetlana Kuprienko era stata ospitata in val di Sole da una famiglia di Samoclevo, Mario Pancheri e la moglie Mirella Niccolai con la loro figlia Marika
MALÉ. Era uno dei tanti “bambini di Chernobyl”, quelli che dopo la tragedia del reattore nucleare del 1986 vennero per anni e anni in Trentino, ospitati dalle famiglie, per respirare aria buona e combattere gli effetti drammatici delle radiazioni. Svetlana era una di loro. Arrivò in val di Sole: nella foto la copertina di Nos Magazine che nel 1995 raccontava l’iniziativa, promossa dai cacciatori insieme a Legambiente.
Guarita dalla leucemia, è morta in questi giorni sotto le bombe russe nel suo villaggio di Marjanivka, in Ucraina. A raccontare la sua storia è stato Daniele Raineri sul Foglio. Svetlana Kuprienko era stata ospitata in val di Sole da una famiglia di Samoclevo, Mario Pancheri e la moglie Mirella Niccolai con la loro figlia Marika.
Nacque un’amicizia, Mario e Mirella visitarono il paese ucraino di Marjanivka, nella regione della Volinia, a 50 km da Chernobyl, dove conobbero la famiglia di Svetlana e organizzarono un viaggio in Italia nel 1995. Svetlana si era nel frattempo sposata e ha avuto tre figli. Era uscita di casa per andare a procurarsi qualcosa da mangiare. Non ha più fatto ritorno: uccisa dalle bombe, insieme ad altri sette civili.