Green pass / Le proteste

Duemila i manifestanti al porto di Trieste, situazioni più tranquille negli altri scali

Sono arrivati attivisti anche da altre città italiane, compresi rappresentanti dei lavoratori della sanità

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TRENTO. Sono oltre duemila i manifestanti al porto di Genova, che aderiscono alla protesta anti green pass lanciata dagli scaricatori.

La manifestazione si svolge al Varco 4, dove la situazione  tranquilla.

L'ingresso è presidiato dai portuali, riconoscibili dai giubbotti gialli, e consentono l'accesso di ai dipendenti.

Qualcuno ha portato cartoni di pizza, che è finita in pochi istanti.

Dopo ne è stata portata altra che è stata offerta anche ai tanti giornalisti e comunque ai presenti.

C'è stato qualche attimo di tensione quando Fabio Tuiach, ex consigliere comunale noto per le sue posizioni estremiste, ha tentato di impedire a un'auto di entrare.

Subito sono accorsi gli stessi lavoratori che lo hanno convinto a desistere e a far passare la vettura.

La folla intorno, per allentare la tensione, ha intonato qualche canzone tipicamente triestina e subito dopo c'è stato uno scroscio di applausi.

Presenti anche uomini e donne giunti da Milano, da Padova, da Varese, che lavorano nel settore della sanità, nel comparto pubblico, e poi vaccinati e no vax.

È eterogenea la folla che sta manifestando davanti ai cancelli del Varco 4 del Molo VII di Trieste.

Qualcuno ha intonato cori e, dispersi nella folla, a tratti si sono persino uditi suonare dei corni.

Lo sciopero è iniziato a mezzanotte ma qualcuno ha cominciato ad arrivare soltanto intorno alle 6, poi dalle 8 in poi la folla è aumentata a vista d'occhio. Con essa anche le forze dell'ordine, giunte con autoblindo.

I manifestanti intenderebbero inviare una delegazione anche davanti in un'altra area, quella antistante il Varco 1, in riva Traiana.

"Il Porto funziona: ovviamente in alcuni passaggi ci saranno difficoltà e ranghi ridotti, ma funziona.

Ho chiesto di tenere bassa la temperatura evitando scontri frontali per non danneggiare l'economia di un Paese, dato che danneggiare l'attività del Porto di Trieste significa danneggiare un grande numero di aziende che lavorano nell'indotto", ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a SkyTG24.

 

Nel resto d'Italia solo qualche episodio di tensione.

Qualche decina di no pass questa mattina ha tentato di bloccare il traffico in via Labicana, a ridosso del centro di Roma, ma è stato fermato dalle forze dell'ordine.

Il tentato blitz è avvenuto intorno alle 8: il gruppo di manifestanti, radunatosi spontaneamente e con cartelli scritti a mano, ha provato ad invadere la carreggiata ma è stato bloccato e convogliato verso piazza di Porta Maggiore. Attenzione in città, oltre che sulla manifestazione autorizzata di Circo Massimo, anche su eventuali presidi spontanei.

Non si segnalano, al momento, problemi relativi all'introduzione dell'obbligo di Green pass al porto di Napoli. Situazione sotto controllo in uno scalo dove, come confermano le sigle di categoria, "la grande maggioranza dei lavoratori è vaccinata". Al momento nessun disagio e nessuna protesta.

Una lunga coda di tir provenienti per la maggior parte dall'Italia del Nord è bloccato in coda alle porte del Varco Etiopia del Porto di Genova.

Un centinaio di lavoratori no green pass è in presidio da stamani alle 6,30 e sta bloccando l'ingresso ai camion che devono scaricare. Al momento nessuna tensione particolare ma molto malumore dei camionisti in viaggio dalla notte

 Situazione tranquilla stamane al Porto di Venezia: i lavoratori dello scalo marittimo lagunare si sono tutti presentati al lavoro.

"E' una giornata normale - conferma Mauro Piazza, presidente della Nuova compagnia dei lavoratori portuali di Venezia - da noi non ci sono scioperi né blocchi ai varchi di ingresso". Dei 180 lavoratori che operano nello scalo marittimo (120 dipendenti, 30 portuali di Chioggia e 30 esterni) tutti, con una sola eccezione, sono regolarmente in servizio.

Un centinaio di persone, tra lavoratori privi di certificazione, No Green del movimento 'La Variante Torinese' e I Si Cobas, si sono dati appuntamento questa mattina all'alba per un presidio davanti ai cancelli della Fiat Avio a Rivalta, alle porte di Torino, all'entrata del primo turno.

"Sono 32 anni che lavoro qui - sostiene Francesco - e oggi non posso entrare perché non sono vaccinato. Ci stanno privando della libertà. Solo in Italia bisogna pagare per entrare al lavoro".

"A casa ho tre figli - aggiunge Roberto impiegato in un'azienda alimentare del territorio - ho bisogno di lavorare, ma vaccinarsi o tamponarsi è un vero e proprio ricatto perché non si tiene conto che per molti non è solo un costo, ma un problema psicofisico". "Non capisco perché non usano i tamponi salivari invece di rovinarci i nasi", commenta Enrico, che non ha nessuna intenzione di vaccinarsi "perché fa male e non serve a nulla".

Ai cancelli della porta 10 sono affissi alcuni striscioni con scritto "No al ricatto del green pass nei luoghi di lavoro" e "Il lavoro è un diritto, tamponi gratis". Altri presidi sono stati annunciati alla Pirelli di Settimo Torinese, all'Iveco di Torino e alla Gallina di La Loggia.

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