Pandemia / Le regole

Green pass, prime sanzioni: multato un locale in val Badia che non faceva i controlli

I carabinieri hanno verificato anche il mancato rispetto delle altre norme di prevenzione, a cominciare dall'uso delle mascherine da parte dei lavoratori. Intanto l'esperto Andrea Crisanti mette in guardia: sui treni sarebbe più efficace l'obbligo di indossare la mascherina Ffp2

GREEN PASS Le prime sanzioni

BOLZANO. Prime sanzioni per mancanza di green pass e primi episodi di tensione anche in regione, mentre sul fronte delle regole sui controlli il govenro ha chiarito che spettano agli esercenti per quanto riguarda la verifica del certificato ma non possono contemplare anche quella dei documenti di identità dei cittadini (riservata alle forze dell'ordine).

Un caso emerge ora in Alto Adige, dove è stata inflitta al titolare di un locale pubblico della val Badia la prima sanzione per la violazione delle norme sul green pass.

I carabinieri, su segnalazione di alcuni turisti, sono intervenuti in un esercizio pubblico constatando che nessuno, tra titolare e dipendenti, indossava dispositivi per la protezione delle vie aeree, rifiutandosi anche di interloquire in merito al possesso o meno del green pass e di indossare le mascherine.

Inoltre, all'ingresso non era presente il cartello indicante la capienza massima di clienti in base alle metrature indicate nell'ordinanza della Provincia, nessuno portava guanti in lattice e non era presente nel locale alcun erogatore di gel disinfettante per le mani.

Oltre alla multa di 400 euro, i carabinieri hanno proposto al presidente della Provincia, quale sanzione accessoria, la sospensione dell'attività in via precauzionale.

Inoltre, è stato denunciato a piede libero un 35enne parrucchiere di Merano fermato, di sera tardi, da un'autopattuglia dei carabinieri mentre sarebbe dovuto essere chiuso in casa poiché sottoposto al regime della quarantena per positività al covid-19. Si era allontanato dalla propria abitazione per raggiungere la moglie a Bolzano.

Si segnala anche un episodio dove, al contrario, a protestare sono i clienti cui è stato negato l'accesso, perché sprovvisti del pass.

Avevano prenotato un corso di pittura in Val d'Isarco, ma, quando si sono presentati senza green pass, gli organizzatori non hanno consentito loro di accedere alle lezioni.

Protagonisti dell'episodio sono due turisti di Reggio Emilia, in vacanza in Alto Adige, che si sono rivolti ai carabinieri di Naz Sciaves per presentare una denuncia contro ignoti per la violazione dell'articolo 3 della Costituzione ("Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge ..."), poiché, hanno sostenuto, si sono sentiti discriminati.

I carabinieri hanno verbalizzato la denuncia che sarà trasmessa per la valutazione all'autorità giudiziaria.

Sul sistema green pass è intervenuto nuovamente anche il noto esperto Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova.

Crisanti, intervistato da La Stampa, rilancia le sue critiche ai test antigenici e vorrebbe escluderli dalle condizioni per il rilascio del pass, così come vorrebbe escludere le persone che hanno fatto solo la prima dose di vaccino.

In ogni modo, secondo l'esperto, il green pass è un ulteriore passo avanti per la campagna vaccinale, perché induce più persone ad aderire: "L'impatto del green pass sulla trasmissione non è quantificabile, ma trovo positivo l'effetto sull'immunizzazione della popolazione".

Quanto al certificato verde da settembre anche per i mezzi di trasporto a lunga percorrenza, dice: "È veramente inutile perché sinceramente la mascherina Ffp2 è più sicura del green pass e sarebbe molto più serio richiedere quella".

E alla domanda se sia favorevole all'allargamento del green pass a tutti lavoratori dice: "Non so se sia fattibile dal punto di vista giuridico, ma dal punto di vista teorico sono favorevole".

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