Lavoro / Il caso

Pakistani trattati come schiavi a Lavis, la denuncia era partita dalla Fiom-Cgil del Trentino

Dopo gli arresti alla Grafica Veneta, il sindacato: «Persone con permessi di soggiorno per motivi politici e senza dimora». L’assessore Spinelli: «Tolleranza zero»

VIDEO I Carabinieri in azione nella ditta
INDAGINE 11 arresti nella fabbrica veneta

TRENTO. "E' partita dalla Fiom del Trentino la denuncia per i gravissimi fatti di caporalato che si sono verificati nell'azienda Bm Service di Lavis, almeno per quanto riguarda il filone relativo al nostro territorio. Nell'autunno scorso, infatti, due lavoratori pakistani si sono rivolti al sindacato di Via Muredei per chiedere aiuto e supporto raccontando le scorrettezze e vessazioni subite dall'azienda". Lo dice una nota della Fiom del Trentino.

"Anche in Trentino come in Veneto, purtroppo - sottolinea il sindacato - i lavoratori, tutti cittadini pakistani, erano assunti con regolare contratto, ma lavoravano anche dodici ore al giorno senza pause né ferie. Bm Service non corrispondeva in modo corretto le retribuzioni rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato, i lavoratori venivano costretti a prelevare con il bancomat e restituire una parte della retribuzione erogata, e venivano ospitati in situazioni alloggiative degradanti. I lavoratori vittime di questa situazione sono tutte persone che versavano in uno stato di bisogno, avendo per lo più permessi di soggiorno per motivi di asilo politico e senza fissa dimora". 

Sul caso è intervenuto anche l’assessore provinciale Achille Spinelli: "Tolleranza zero" è quanto assicura l'assessore. "Sono impressionanti i contorni della vicenda scoperta grazie al lavoro degli uomini e delle donne dell'Arma dei carabinieri. Al di là delle responsabilità che andranno accertate dall'autorità giudiziaria - sottolinea Spinelli - esprimo a nome dell'Amministrazione provinciale la vicinanza e la solidarietà ai lavoratori costretti ad operare in condizioni indescrivibili all'interno dell'azienda che, a differenza di tante piccole e grandi realtà del nostro territorio, avrebbe ritenuto di trattare i propri dipendenti come fossero semplici oggetti. Lo sfruttamento dei lavoratori è una mostruosità che la nostra terra non può tollerare. Per questo, la Provincia autonoma di Trento condanna senza mezzi termini ogni azione che violi la dignità delle persone e continuerà a intraprendere le azioni necessarie per garantire questo principio". (

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