Agricoltura / Il caso

Acquisto dei carri agricoli con i soldi della ripresa Covid, Zanotelli risponde a Manica: «C’era urgenza e necessità»

Il consigliere Pd chiedeva lumi sulla riapertura del bando, sulla notevole mole di domande dalla Val di Non (l’88%) e sulla effettiva congruità di finanziare l’aquisto di macchine agricole su quel capitolo
IL FATTO Così duecento contadini si sono comprati le macchine

TRENTO. La vicenda l’aveva portata alla luce un’inchiesta di Pietro Gottardi sull’Adige: gran parte degli aiuti del “Riparti Trentino” dopo la pandemia, sono andati per ml’acquisto di carri agricoli da raccolta delle mele. Tante domande arrivate tutte insieme, in gran parte della Val di Non, quasi «orchestrate». 

Era giusto che i fondi per la ripartenza contemplassero l’acquisto di macchine agricole? Il competente Servizio provinciale aveva sollevato dubbi e perplessità, ma la giunta ha tirato dritto elargendo milioni, e dopo l’esborso il parere era diventato positivo. E adesso conferma quella scelta.

Lo afferma chiaramente l’assessora all’agricoltura (la nonesa Giulia Zanotelli), rispondendo a puntuali domande di una interrogazione di Alessio Manica (PD). 

Manica chiedeva alla giunta come mai il parere dei funzionari sull’ammissibilità della spesa sia arrivato solo dopo la pubblicazione del bando. Ora Zanotelli gli replica che è tutto lecito «in casi di effettiva urgenza e necessità», pertanto la proposta di delibera poteva essere portata alla Giunta provinciale fuori ordine del giorno.

E come mai quasi tutte le domande (l’88%) vengono dalla Val di Non? Secondo Zanotelli, dal momento che la riapertura del bando (dal 7 novembre al 16 novembre) non poneva limiti né al numero delle domande né vincoli territoriali «la Giunta non può aver in alcun modo inciso rispetto alla provenienza delle domande». 

Manica era stato ficcante sulle discutibili modalità con cui due milioni e 168 mila euro di denaro pubblico provinciale sono stati distribuiti dalla giunta.

L'attenzione del consigliere si era concentrata in particolare sulle proroghe dei termini per la presentazione delle domande. E' infatti lì che qualcosa, rispetto al condivisibile impianto della delibera di partenza n.738 del 29/05/2020 che stanziava fondi nell'ambito della "Riparti Trentino" a favore di agriturismi e mondo agricolo, è andato via via mutando in forma sempre meno chiara. Con delibera del 24 luglio, la giunta proroga i termini per le domande dal 31 luglio al 30 settembre, alla luce del mancato esaurimento dei fondi stanziati (in totale 3 milioni) ma senza modificare i criteri previsti per l'accesso al contributo. Successivamente il 6 novembre, ben 35 giorni dopo la chiusura dei termini già prorogati una volta , essi vengono riaperti dal 7 al 16 novembre.

Ebbene, su 197 domande di contributo per i carri raccolta ben 154 (pari all'88%) risultano pervenute proprio in questi 9 giorni. Un'anomala ondata di richieste (sia in ordine alla tipologia del mezzo di cui si chiedeva il finanziamento, sia rispetto al numero) che spinge la giunta provinciale in data 22 dicembre (oltre 30 giorni dopo la chiusura dei termini) a produrre una delibera ad hoc per precisare i criteri di accesso al contributo ed inserire esplicitamente i carri raccolta fra i beni finanziabili in caso di acquisto e noleggio in quanto in grado «di assicurare un maggiore distanziamento fra gli addetti e concorrere al contenimento della diffusione del Covid 19».

E' in questa delibera che viene sottolineato anche come «alla luce della particolare situazione di emergenza e dei tempi stretti per la chiusura dei procedimenti, si prescinde dall'acquisizione preventiva dei pareri di staff» previsti con delibera di giunta numero 6 del 2016.

Rispetto alla provenienza delle 197 domande, l'indagine di Manica ha evidenziato come ben 173 siano "targate" Val di Non (e di queste 76 dai soli Comuni di Ville d'Anaunia, Predaia e Campodenno) il che significa che fuori da questo ambito territoriale risultano solo 24 domande nonostante la coltivazione del melo abbia ampia diffusione anche in Valle dell'Adige, Vallagarina, Valsugana, Valle di Cembra e Basso Sarca.

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