Sarche / Il caso

Italcementi rassicura: «Le migliori tecnologie ambientali, abbiamo le autorizzazioni, e non abbiamo mai bruciato copertoni»

Il direttore del gruppo Angelo Rizzo risponde ai timori per la ripartenza dei forni: si bruceranno anche i fanghi dei depuratori? «Sì, ma ecologici, sono biomassa autorizzata». E sono in arrivo 30 posti di lavoro

di Giorgia Cardini

VALLE DEI LAGHI. Italcementi spa lo mette nero su bianco: lo stabilimento di Sarche sarà dotato delle migliori tecnologie possibili per evitare impatti ambientali temuti dalla popolazione locale. È il direttore tecnico del gruppo Agostino Rizzo a garantirlo, rispondendo ai dubbi manifestati nei giorni scorsi e sfociati in una raccolta firme per fermare il riavvio della linea di cottura.

Agostino Rizzo - direttore tecnico Italcementi

Direttore, cosa vi spinge a riprendere la produzione di cemento a Sarche di Calavino? E' vero che lo fate per la probabile chiusura dello stabilimento sul lago d'Iseo, minacciato da una frana?

La scelta industriale di riattivare il forno di Sarche è completamente svincolata dalla attuale situazione della cementeria di Tavernola ed è motivata esclusivamente dalle opportunità di mercato presenti in quest’area. Con la ripresa della produzione vogliamo offrire un migliore servizio ai nostri clienti del Nord Est. Di fatto, i prodotti di Sarche di Madruzzo caratterizzano già diverse opere del territorio, tra cui, il nuovo Tunnel ferroviario del Brennero, il centro residenziale e commerciale Walther Park a Bolzano e la Circonvallazione di Merano, per citarne alcune.

Dovete presentare una richiesta di autorizzazione per la riaccensione del forno?

Per l’impianto è ancora attiva l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che permette l’attività produttiva e quindi consente il funzionamento del forno senza la necessità di richiedere nuove autorizzazioni. L’AIA è stata riesaminata negli scorsi anni ed è in linea con le “BAT Conclusions” europee, che indicano le migliori tecnologie disponibili e forniscono alle autorità nazionali le linee guida per stabilire le condizioni in base alle quali rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) agli impianti. L’autorizzazione di Sarche ha peraltro una validità di 12 anni anziché di 10, perché la cementeria ha sempre mantenuto attiva volontariamente la certificazione ambientale ISO 14001, che certifica la gestione ambientale di un impianto. Avete informato ufficialmente la Provincia di Trento e il Comune di Madruzzo del progetto?

Il Comune di Madruzzo è stato informato nelle scorse settimane e con il direttore della Cementeria, Nicolò Petralia, abbiamo incontrato il vicesindaco Chistè. In questi giorni abbiamo incontrato anche i funzionari di riferimento della Provincia per gli aspetti ambientali, ai quali abbiamo illustrato il percorso previsto e gli interventi pianificati.

Quanto cemento veniva prodotto a Sarche e quanto se ne produrrà? Quanti posti di lavoro c'erano e quanti ce ne saranno?

La capacità produttiva della cementeria era di 250.000 tonnellate annue e si manterrà in linea con questo dato. Attualmente l’impianto occupa 20 persone a cui se ne aggiungeranno circa 30. Si privilegeranno le assunzioni locali e solo laddove non sarà possibile trovare personale con le necessarie competenze tecniche si effettueranno ricerche al di fuori del territorio, ma che rimarranno comunque in numero limitato rispetto al totale.

La popolazione della Valle dei Laghi è preoccupata dal riavvio dell'attività e contesta a Italcementi di aver bruciato per decenni anche copertoni. Si teme in particolare che l'impianto, grazie alle possibilità offerte dal decreto Clini, bruci CSS ossia rifiuti solidi urbani e fanghi secchi provenienti dai depuratori.

Comprendiamo le preoccupazioni della comunità locale, ma come Italcementi ci sentiamo di rassicurarla perché già oggi la cementeria è dotata delle tecnologie necessarie a garantire performance ambientali di alto livello e nel pieno rispetto dei limiti di legge. Inoltre, parte dell’investimento di 5 milioni di euro dedicato al riavvio dell’impianto sarà destinato a un ulteriore miglioramento del sistema SCR (Selective Catalytic Reduction), un catalizzatore che contribuisce in modo determinante alla sensibile riduzione delle emissioni di NOx. La cementeria di Sarche è una delle poche in Italia a utilizzare un sistema così avanzato di abbattimento degli ossidi di azoto.

Per quanto riguarda i fanghi, l’impianto utilizzerà fanghi biologici essiccati, per circa il 20% dell’apporto di calore necessario alla produzione di clinker, in sostituzione dei combustibili fossili tradizionali. Un quantitativo limitato già autorizzato tramite AIA e utilizzato nel 2014 quando operava a ciclo completo. I fanghi biologici essiccati sono a tutti gli effetti una biomassa: il loro utilizzo consente un risparmio di emissioni di CO2. L’utilizzo di questo tipo di fanghi come combustibile permette di sostituire il “pet coke” e, inoltre, con essi non si producono ceneri. Come già avvenuto quando l’impianto operava a ciclo completo, l’utilizzo dei fanghi biologici essiccati avviene garantendo il controllo in continuo delle emissioni in atmosfera e non cambia le emissioni né qualitativamente né quantitativamente. Vorrei anche chiarire che non sono mai stati utilizzati copertoni delle auto. Falsa anche la notizia sul “distacco notturno” dei filtri: quest’ultima, in particolare, è da noi considerata diffamatoria e siamo determinati a difendere la nostra reputazione. L’impianto, in un’ottica di piena trasparenza, ha e avrà sempre le proprie “porte aperte” per tutti coloro che vorranno visitarlo e vedere dal vivo il ciclo di produzione del cemento o avere informazioni. Saranno installati altri accorgimenti, per evitare l'immissione in atmosfera di sostanze potenzialmente nocive? È previsto il controllo delle emissioni da parte di autorità indipendenti?

Tutti gli impianti Italcementi, tra cui ovviamente anche Sarche, adottano le migliori tecnologie per la riduzione e il controllo delle emissioni: da sempre concentriamo i nostri sforzi sulla minimizzazione degli impatti sull’ecosistema, la riduzione delle emissioni e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse, nel rispetto della normativa di legge e secondo i principi dello sviluppo sostenibile. Il sistema di monitoraggio in continuo sulle emissioni è oggetto di controlli effettuati da laboratori esterni accreditati per garantirne l'efficienza. Inoltre, anche l’Appa può effettuare controlli in qualunque momento lo ritenga opportuno. Con il riavvio del forno, il sistema di monitoraggio sarà completamente rifatto secondo gli standard qualitativi più moderni in linea con la norma tecnica UNI EN -14181, che definisce una serie di procedure per il controllo di qualità di un Sistema di Monitoraggio in Continuo. I dati del monitoraggio saranno trasmessi quotidianamente tramite un sistema informatico all’Appa.

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