Covid / Il problema

In Trentino vaccinazioni a rilento, e siamo ultimi in Italia per personale sanitario «coperto»

Arrivano più dosi di quelle che somministriamo, allarmante analisi del professor Bassi: «abbiamo a che fare con una resistenza alla vaccinazione che in Trentino è più alta rispetto ad altre parti d'Italia»

TRENTO. In provincia di Trento le vaccinazioni vanno a rilento. Non perché manchino le dosi ne arrivano di più di quelle che abbiamo), ma perché molti trentini non vogliono sottoporsi al vaccino.

L’analisi, molto accurata come sempre, viene dall’ex Rettore Davide Bassi nel suo blog. 

Scrive Bassi: «Dopo i ritardi fatti registrare durante lo scorso mese di maggio, il Trentino ha parzialmente recuperato posizioni nella somministrazione dei vaccini, anche se in generale si trova ancora in una situazione piuttosto arretrata per quanto riguarda il progresso della campagna vaccinale. I dati discussi in questo post sono quelli diffusi dal sito Lab24, aggiornati al giorno 13 luglio (per il personale sanitario, l'aggiornamento risale allo scorso 9 luglio).

Il dato senz'altro più preoccupante è quello legato alla vaccinazione del personale sanitario e socio-sanitario che vede il Trentino all'ultimo posto per la percentuale di personale completamente vaccinato (76,6% contro una media nazionale pari al 92,9%) e al penultimo posto per la percentuale di coloro che hanno ricevuto almeno la prima dose (88,6% contro la media nazionale pari al 97,8%). Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, l'elevata percentuale di personale che deve ancora ricevere la seconda dose (13,3%) potrebbe indicare che la campagna di sensibilizzazione rivolta al personale sanitario abbia ottenuto un sia pur tardivo e parziale successo (a meno che non si tratti di persone che, pur avendo fatto la prima dose, si rifiutano di fare la seconda).

Vaccinazione degli operatori sanitari e socio-sanitari. Dato aggiornato al 9 luglio, tratto da Lab24 (si noti che il dato della regione Marche, prima nella classifica per vaccinazioni complete, è evidentemente sbagliato perché la percentuale di chi ha ricevuto almeno una dose è minore rispetto a quella di coloro che sono stati completamente vaccinati)

 

Quanto alla popolazione generale, il dato dei cittadini trentini completamente vaccinati (40,1%) è leggermente inferiore rispetto alla media nazionale (41%). Il livello massimo di vaccinazioni complete attualmente si ha nel Lazio (45,6%) mentre il minimo si riscontra in Calabria (35,8%).

Se guardiamo a coloro che non hanno ricevuto neppure una dose vaccinale, il Trentino e l'Alto Adige si segnalano, a livello nazionale, come i territori con la più elevata percentuale di persone non vaccinate (47,6% e 48,5% rispettivamente, contro una media nazionale pari al 40,6%. In Lombardia tale percentuale scende al 35,5%).

Suddivisione per classi dell'età della percentuale di popolazione che non ha ricevuto alcuna dose di vaccino in Trentino (linea rossa) a confronto con la media nazionale (linea verde) e con il dato della Lombardia (linea blu). Elaborato su dati Lab24

Passando dalle percentuali ai numeri reali, questo vuol dire che in Trentino ci sono oltre 250 mila persone che non hanno ancora ricevuto neppure una dose vaccinale. Non si tratta solo di giovani, ma, come si vede dal grafico mostrato sopra, ci sono anche molte persone più avanti negli anni (e quindi potenzialmente a rischio) che sottovalutano i pericoli e preferiscono rimandare sine die la decisione relativa alla vaccinazione.

I dati sulle vaccinazioni del personale sanitario e socio-sanitario e sulla percentuale di cittadini che non hanno ricevuto neppure una dose di vaccino dimostrano che il problema non dipende dalla disponibilità di vaccini o dai problemi organizzativi della macchina vaccinale trentina. In realtà, abbiamo a che fare con una resistenza alla vaccinazione che in Trentino è più alta rispetto ad altre parti d'Italia. Si tratta di un problema che non possiamo sottovalutare e che potrebbe produrre danni di lungo periodo non solo sul fronte sanitario, ma anche su quello economico. Questi dati sono particolarmente preoccupanti alla luce degli sviluppi più recenti della situazione pandemica.

Purtroppo il Sistema sanitario trentino (che dovrebbe operare attivamente per convincere i cittadini a farsi vaccinare) è stato travolto dalle polemiche a causa della triste e complicata storia legata al reparto di Ginecologia dell'Ospedale Santa Chiara e si ritrova con "un uomo solo al comando", mentre la Politica mostra tutta la sua evanescenza e l'incapacità di comprendere ed affrontare la situazione».

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