Val di Cembra / Il caso

Il sindaco si dimette dopo otto mesi: cosa succede a Lona Lases

Dopo l’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, e l’arrivo di due «commissari», il primo cittadino getta la spugna: organico insufficiente, a cominciare dal segretario, per non parlare dell’ufficio tecnico

LONA LASES.  Da giovedì sera il Comune di Lona Lases è senza "testa". Ad appena otto mesi dalla tornata elettorale che lo aveva portato alla guida del paese e a cinque dal tentativo di salvataggio messo in campo dalla Provincia inviando a supporto i commissari/supervisori Chiara Morandini e Maurizio Polla, il sindaco Manuel Ferrari ha rassegnato le proprie dimissioni.

Un atto irrevocabile, ha spiegato l'ex primo cittadino in una lettera ai quasi 900 concittadini, assunto «con molta amarezza», dopo aver preso atto «che non sussistono le condizioni per affrontare con un minimo di sostegno tecnico e serenità le incombenze ordinarie e men che meno per affrontare progetti futuri che pure non mancherebbero».

Per chi era un po' addentro alle vicende del Comune cembrano, soprattutto dopo lo tsunami dell'inchiesta "Perfido" sulle infiltrazioni 'ndranghetiste abbattutasi su Lona Lases poco dopo l'insediamento della nuova giunta, non si tratta di un fulmine a ciel sereno.

Va detto, peraltro, che il meritorio lavoro della magistratura a cui la giunta Ferrari ha espresso immediatamente gratitudine, decidendo anche di costituire il Comune parte civile nel processo che seguirà, è stata solo una, e non la principale, causa che ha portato Manuel Ferrari alle dimissioni. Pesante eredità lasciata dalle precedenti amministrazioni e insormontabili lacune nell'organico sono stati i veri motivi scatenanti della crisi. Crisi che rispetto a quelle già vissute nel recente passato a Lona Lases (negli ultimi 20 anni ben tre volte ha dovuto intervenire un commissario) si connota non per motivi politici, ma per l'impossibilità materiale di dare corso all'attività amministrativa per gravi carenze di personale. Insomma, per liberare Lona Lases dalle sabbie mobili in cui si è impantanato (ma attenzione, perché non mancano in Trentino altri Comuni ugualmente alla canna del gas) quasi certamente questa volta non basteranno i sei canonici mesi di commissariamento coi quali traghettare il Comune a nuove elezioni. E questo semplicemente perché all'orizzonte non si intravvede proprio nessuno intenzionato ad avventurarsi alla guida di una municipalità da cui tutte le figure tecniche indispensabili per farla funzionare, sono fuggite e da cui quelle che potrebbero lavorarvi girano molto al largo.

«Subito dopo l'insediamento - ricorda ai censiti Manuel Ferrari - ci siamo ritrovati con uffici privi delle figure cardine per gestire e assicurare la normale funzionalità amministrativa, in primis il segretario comunale di ruolo Marco Galvagni, comandato ai primi di ottobre a Roma presso altro ente per un importante incarico».

Da allora si sono succeduti tre diversi segretari a scavalco o in convenzione con Comuni limitrofi, con tutti gli evidenti limiti di una simile soluzione in un Comune alle prese con un arretrato mostruoso.

E migliore non era la situazione dell'ufficio tecnico: «Esso risulta scoperto da settembre 2019 a seguito di mancata assunzione per la copertura del ruolo e dato lo scioglimento delle Gestioni associate il Comune si è trovato privo anche della figura del geometra - spiega l'ex sindaco - . Da metà febbraio a metà maggio abbiamo supplito in minima parte grazie alla convenzione con Albiano che ha permesso di avere un tecnico per 4 ore alla settimana».

Il disastro, tuttavia, non si mostra in tutta la sua drammaticità se non si considera che anche il contabile "storico" del Comune Danilo Avi, avendo vinto una procedura di mobilità presso il Comune di Roveré della Luna, a giorni lascerà l'impiego a Lona Lases dove si è fatto apprezzare per competenza e spirito di servizio. «Il sostituto assunto a fine aprile - aggiunge Ferrari -, ha già rassegnato le dimissioni, cosicché ci si ritrova anche senza contabile in un momento in cui è difficile avere graduatorie e trovare persone disponibili».

Rimasto da solo a reggere le sorti del Comune, con tutte le pesantissime responsabilità personali che questo legalmente comporta, si può ben comprendere perché Manuel Ferrari ieri sera abbia gettato la spugna.

 

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