Il caso / A Recoaro

Il cane abbaia di notte? Arriva la maxi multa per il padrone

Il sindaco di Recoaro Terme, nel cuore delle Piccole Dolomiti, adotta la linea dura: «Bisogna promuovere la qualità della vita delle persone evitando l’insorgere di patologie psicologiche legate all’abbaiare dei cani»

RECOARO TERME. Il titolo dell’ordinanza recita così: “Abbaio continuo dei cani – Disturbo della quiete pubblica”. La firma è quella di Armando Cunegato, sindaco di Recoaro Terme, paese termale sulle Piccole Dolomiti a un tiro di schioppo dal Trentino attraverso la strada del Pasubio e la Vallarsa.

Ebbene, con una decisione destinata a far discutere non poco, il Comune di Recoaro Terme ha deciso di fare la guerra alla “movida dei cani” disponendo il divieto di abbaiare (“in maniera prolungata e costante”, precisa l’ordinanza) soprattutto nelle ore notturne (ma “soprattutto”, non esclusivamente) con una sanzione per i padroni che non rispetteranno l’ordinanza “da 25 a 500 euro, nella fattispecie stabilita in 100 euro”.

Apriti cielo. Gli animalisti della zona hanno subito protestato, perché il rischio è quello che i padroni pur di non prendere la multa arrivino a “silenziare” in maniera invasiva i loro cani.

Il Comune spiega nell’ordinanza il perché di questo provvedimento: «Giungono sempre più numerose, da parte dei cittadini, rimostranze e reclami per gli inconvenienti causati dal continuo abbaiare dei cani nel perimetro urbano, nelle ore notturne, che di continuo disturbano il riposo delle persone».

E ancora: «In particolare nella buona stagione, nelle ore notturne si riposa spesso tenendo le finestre socchiuse, e nel silenzio notturno l’abbaiare dei cani si percepisce fastidiosamente impedendo il normale riposo di grandi e piccoli, soprattutto alle persone sofferenti di varie patologie, e che di fatto turba la quiete pubblica».

Il Comune di Recoaro Terme cita poi una sentenza della Cassazione del 2004, la numero 36241: «Non ha importanza se a lamentarsi per i latrati dei cani è un solo vicino. A fare scattare la responsabilità del proprietario dell’animale, infatti, non è l’effettivo raggiungimento di plurime persone, ma la potenzialità diffusiva dell’abbaiare dell’animale, che deve essere oggettivamente idonea a disturbare le occupazioni o il riposo».

Il Comune poi parla di «diminuire qualsiasi forma di inquinamento acustico» e di «promuovere la qualità della vita delle persone evitando l’insorgere di patologie psicologiche legate all’abbaiare dei cani».

Ma non è finita qui. L’ordinanza arriva anche ad affrontare il benessere del cane ricordando che «si deve evitare qualsiasi forma di nervosismo e affaticamento che possa produrre un comportamento patogeno, come l’abbaiare, latrare, ululare o guaire continuo e insistente».

I proprietari dovranno «adottare, in caso di insuccesso educativo, l’uso di dispositivi anti abbaio, disponibili nel mercato specializzato, assolutamente innocui che non producono stress e non comportano nessun rischio di scottatura o dolore per l’animale».

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