Ambiente / L’iniziativa

Oltre 13 mila trentini vogliono il referendum sul biodistretto

Obbligato da una sentenza del Tar, Fugatti ha fissato il voto al 26 settembre. I promotori: «Sarà un decisivo cambio di passo per la nostra provincia»

TRENTO. L’obiettivo dei promotori è la costituzione di un nuovo Distretto biologico trentino nel prossimo futuro. E per sollecitate la sua realizzazione si punta su un referendum provinciale che dovrebbe finalmente svolgersi - salvo imprevisti e nuovi rinvii - il 26 settembre di quest’anno come stabilito – un atto dovuto, e obbligato da sentenza del Tar – da una apposita ordinanza del presidente Fugatti.

Il percorso sembra già essere tracciato e ben delineato, come sostiene il referente del Comitato promotore, Fabio Giuliani, che si fa forte delle 13.983 firme raccolte tra i cittadini trentini a sostegno del referendum. Cifra che ha superato di molto le ottomila firme necessarie per poter chiedere che si proceda alla consultazione popolare e recuperate in poco meno di due mesi, contro i tre legalmente consentiti, a causa della pandemia.

Comunque, al momento della presentazione del documento le firme ufficiali erano 12.848, con tutte le altre che, pur arrivando in un secondo momento, si sono aggiunte in coda a quello che sembra ormai essere un pensiero forte, deciso e soprattutto comune: il Distretto serve, va realizzato e consentirà un decisivo cambio di passo rispetto al modello di sviluppo ambientale adottato fino a questo momento.

«La risposta della cittadinanza è stata incredibile! Pensate quante altre firme avremmo potuto raccogliere se solo avessimo proseguito per tutti i tre mesi, come da programma – ha detto con entusiasmo Giuliani. – Nonostante il presidente Fugatti avesse inizialmente rimandato la data del referendum, il nostro ricorso e conseguente vittoria al Tar ci ha consentito di accelerare nuovamente i tempi. Lo dobbiamo ai tanti cittadini che hanno creduto in questo progetto: più di un quarto delle loro firme viene dai nostri uffici, ciò significa che in tantissimi hanno speso parte del loro tempo per una procedura più complessa, ma ugualmente efficace».

Dunque, a quale domanda dovranno rispondere le persone che si recheranno a votare per il referendum? L’interrogativo è discretamente lungo, ma recita: «Volete che, al fine di tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità, la Provincia autonoma di Trento disciplini l’istituzione su tutto il territorio agricolo provinciale di un distretto biologico, adottando iniziative legislative e provvedimenti amministrativi – nel rispetto delle competenze nazionali ed europee – finalizzati a promuovere la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la preparazione alimentare e agroindustriale dei prodotti agricoli prevalentemente con metodi biologici, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 228/2001, e compatibilmente con i distretti biologici esistenti?”.

«Oltre ai cittadini, ci sono anche tante associazioni ambientaliste che ci stanno dimostrando il loro sostegno – ha concluso Aaron Iemma, presidente di Wwf Trentino. – Altre realtà, come la regione Marche, recentemente hanno costituito il Biodistretto. Serve un ripensamento radicale dei nostri modelli, per una coesistenza di quello umano e di quello naturale».

Di rincorsa, la giunta Fugatti ha varato di recente un disegno di legge sull’agricoltura biologica che contiene anche nuove norme sui biodistretti. Aspramento criticato dai tre distretti biologici già esistenti: «Un disegno di legge che toglie, invece di aggiungere» hanno detto. «Anche perché viene meno il contributo per la conversione al biologico». 

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