Infermiera no-vax positiva al covid: focolaio in ospedale. Riparte da Genova la richiesta del vaccino obbligatorio o di altre misure

Una infermiera positiva al covid, un cluster al «Maragliano» del policlinico San Martino di Genova, un problema di ordine costituzionale da affrontare come l'obbligatorietà della vaccinazione per le professioni sanitarie.

Una strada già tentata dalla Regione Lazio per le vaccinazioni antinfluenzali arenata nelle stanze del Tar e che potrebbe esser tentata anche da Regione Liguria.Il governatore e assessore regionale alla Sanità Giovanni Toti sabato sera ha annunciato quanto avvenuto nel più grande ospedale della Liguria.

E l'ha fatto usando parole emotivamente contenute ma istituzionalmente molto forti.

«È discutibile - aveva detto - che ci siano operatori sanitari che si sono rifiutati di proteggere loro stessi con il vaccino non proteggendo così neanche i degenti».

Quella parola, «discutibile», ieri mattina è diventata «non accettabile. Francamente - scriveva Toti - sentire di personale altamente specializzato che rischia di infettare un reparto, è qualcosa che lascia l'amaro in bocca, credo che il Governo dovrebbe prendersene carico».

Nelle more di un auspicato da più parti provvedimento in materia, proprio perché lo definisce «non accettabile», il governatore annuncia di aver «dato mandato all'ufficio legale della Regione» di sondare la possibilità per intervenire «con una legge regionale per obbligare questa categoria (il personale sanitario, ndr) a vaccinarsi. Chi fa questo lavoro e rifiuta di proteggere se stesso con il vaccino non protegge i pazienti di cui dovrebbe prendersi cura. E questo è inaccettabile».

Fonti accreditate parlano di una imminente ordinanza in materia che però, vista la sentenza del Tar del Lazio, potrebbe non riguardare direttamente l'obbligatorietà della vaccinazione. Tant'è che in un post successivo, il governatore parla anche di «regole che consentano di spostare da ruoli delicati persone che non volendosi vaccinare possono mettere altri a rischio».

D'altra parte il Tar del Lazio aveva escluso per l'autorità regionale la possibilità di imporre l'obbligo della vaccinazione. «Esistono altre strade - scriveva il Tar del Lazio - che ben potrebbero rientrare nell'alveo delle competenze regionali costituzionalmente accordate. La normativa emergenziale autorizza infatti le regioni a introdurre misure più restrittive rispetto a quelle statali ma questa possibilità è circoscritta ad ambiti di settori e aree tematiche precise e comunque rientranti nella competenza costituzionalmente loro accordata».

Aree e materie «tra cui, come risulta piuttosto evidente, senza dubbio non è annoverabile la tematica delle vaccinazioni obbligatorie».

Intanto al Policlinico San Martino, dopo la scoperta del cluster, è scattato il piano anti-covid. A ieri, le persone che hanno contratto il virus sono 11 ma il reparto sarà covid-free entro stamattina e restituito immacolato alle esigenze di pneumologia.

«Intorno al 15% del personale sanitario in Liguria ha rifiutato il vaccino, non sono pochi, se si pensa che lavorano a contatto con pazienti fragili».

Lo ha precisato Toti stamani a Radio Capital motivando la possibile introduzione di una legge regionale sull'obbligatorietà del vaccino anti covid per i sanitari.

 "O uno se fa certi ruoli è obbligato a vaccinarsi per proteggere gli altri che vengono in contatto con lui, oppure ci sia la possibilità di non utilizzarli in determinati ruoli senza che questo faccia scattare una discriminazione sul posto di lavoro", aggiunge.

La possibile introduzione di un obbligo vaccinale per i lavoratori sanitari "la escludono tutti i costituzionalisti, ma una cosa è stata fatta in Regione Puglia che la Liguria sta analizzando: la possibilità di utilizzare in ruoli diversi da quelli che hanno i sanitari che non si vaccinano", ha detto Toti a Mattino 5.

"Altrimenti - ha aggiunto -solo il Governo centrale può intervenire. E spero che il Governo intervenga. Ho parlato con tutti:con il premier Draghi che mi ha chiamato per sapere come andava la situazione, con il ministro Speranza... serve un atto del Parlamento, si può fare in poche ore".

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