Report settimanale: l'epidemia accelera. Anche il Trentino verso la zona rossa. Preoccupano contagi e terapie intensive

Le province autonome di Bolzano e Trento (da lunedì), la Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto Toscana e Marche sono - secondo quanto si apprende - le regioni che complessivamente saranno rosse, tra quelle che già lo sono e quelle che dovrebbero diventarlo in base al peggioramento degli indicatori.

Sono invece 8 quelle che sono o dovrebbero diventare arancioni: Abruzzo, Calabria, Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Umbria, VDA. La Sardegna dovrebbe rimanere bianca.

Nel periodo 17 febbraio - 2 marzo 2021, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (range 1,02- 1,24), in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra uno in tutto il range. Un valore di Rt superiore a 1 indica che l'epidemia è in espansione, con il numero di casi in aumento.

È  quanto emerge dal monitoraggio settimanale della cabina di regia. Per il Trentino gli indicatori potrebbero tradursi in un passaggio in zona rossa da lunedì, per la prima volta dall'istituzione di questo sistema di classificazione (salvo ovviamente il periodo natalizio uguale in tutte le regioni).

Nella settimana 1-7 marzo 2021 si continua ad osservare una importante accelerazione nell'aumento dell'incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente: 225,64 casi per 100.000 abitanti (01/03/2021-07/03-2021) contro 194,87 per 100.000 abitanti (22/02/2021-28/02/2021). 

Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (31% vs 26% della scorsa settimana).

Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.327 (02/03/2021) a 2.756 (09/03/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in aumento, passando da 19.570 (02/03/2021) a 22.393 (09/03/2021).

Forti le variazioni inter-regionali con alcune regioni dove questi numeri "uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive".

Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 contro 41.833 la settimana precedente).

Si mantiene stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso l'attivita' di tracciamento dei contatti (28,8%). Aumenta, invece, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37,8% contro 35,2% la settimana precedente). Infine, il 20,2% dei casi e' stato rilevato attraverso attivita' di screening e nel 13,2% non e' stata riportata la ragione dell'accertamento diagnostico. 

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