Lo sfogo di Paolo Zanella: "Le dimissioni di Ghezzi portano gravissime conseguenze a Futura, tocca a chi resta essere responsabile"

Paolo Zanella, ex assessore del Comune di Trento, eletto nelle liste di Futura, lascia il Comune e prenderà il posto del dimissionario Paolo Ghezzi in Cinsiglio Provinciale. E dopo la burrasca degli ultimi giorni, affida a Facebook la sua riflessiuone. Eccola:

Mi sono preso del tempo per riflettere. Finora abbiamo corso troppo ed è giunto il momento di fermarsi. I bravi comunicatori social, gli uomini del fare, sicuramente avranno di che dire sulla lunghezza della mia riflessione, ma non importa, questo è il tempo che dedico a me e a chi mi vorrà leggere.

A volte la vita ci pone di fronte a decisioni difficili. Quella che mi sono trovato ad assumere in questi giorni è stata davvero sofferta, umanamente e politicamente.
La morte del nostro presidente Piergiorgio Cattani ha rappresentato per Futura un colpo durissimo. Così come la scelta di Paolo Ghezzi - fondatore e leader carismatico di Futura - di dimettersi da consigliere provinciale, scelta legittima sul piano personale, ma con gravissime conseguenze politiche per Futura, conseguenze delle quali si è dovuto fare carico chi è restato.
In quanto primo dei non eletti e forte di 1463 preferenze, a fronte del gesto di Ghezzi, ho dovuto assumermi la responsabilità di andare a ricoprire il ruolo di Consigliere in un luogo strategico qual è il nostro parlamento territoriale, dove vengono prese le decisioni che ricadono su tutto il Trentino. Per questo motivo era importante che quel posto venisse presidiato da chi Futura l’ha fondata e ha contribuito al suo sviluppo, ne conosce le difficoltà originarie e quelle nuove ed è consapevole che ora si rende necessario un processo rigenerativo e di ampliamento al quale vuole partecipare attivamente.
In Consiglio provinciale sono certo di poter contribuire a presidiare gli ambiti più affini alle mie competenze e sensibilità - la sanità e i diritti - sui quali il governo leghista sta facendo danni. In questa seconda parte di consiliatura, inoltre, sarà assolutamente necessario iniziare a costruire in vista del 2023 un’alternativa seria e convincente all’attuale maggioranza leghista, da costruire dentro e fuori l’aula in modo partecipato, trovando convergenze sui progetti per il Trentino di domani.

Futura è un progetto collettivo, per questo sono sempre stato convinto che non fosse solo Piergiorgio Cattani e Paolo Ghezzi, come non sarà di certo solo Paolo Zanella. Questo pensiero si concretizza anche e soprattutto nel fatto che nei Comuni di Trento, Rovereto e Arco la comunità di Futura è ben rappresentata e molte sono ancora le persone che condividono il progetto, nonostante la fase di difficoltà.
Non pensiate che abbia preso a cuor leggero la scelta di lasciare l’assessorato che mi era stato affidato. L’ho fatta con la consapevolezza che in comune restava un gruppo ben piantato, al quale si unirà Nicola Serra. All’interno di questo gruppo ci sarebbero state competenze e capacità politiche per sostituirmi degnamente, in quanto le mie dimissioni nulla hanno mai avuto a che fare con dissidi o contrasti di Giunta o maggioranza.

Che l’avvicendamento poi non sia avvenuto, non può essere responsabilità solo di una scelta mal gestita e condivisa in ritardo dal sottoscritto con il Sindaco, cosa della quale ci siamo comunque assunti la responsabilità pubblicamente. Il Sindaco ha deciso di togliere dignità ad una forza politica che resta comunque in maggioranza con oltre il 7% dei voti, cosa che politicamente consideriamo una decisione quantomeno sproporzionata.

So che, anche alla luce di questo esito ingiustificato, molti e molte faticano a comprendere questa mia decisione, ma altri/e la stanno sostenendo. Chiedo scusa agli elettori e alle elettrici di Trento che mi hanno votato alle ultime elezioni. Spero potranno capire che questa scelta si rendeva necessaria. Comprendo che molti che hanno votato Futura siano smarriti, delusi e arrabbiati. Non ci resta che farci valere sul campo, ricostruendo fiducia a partire dal progetto politico. Non possiamo pensare che venuti meno i due leader carismatici finisca un progetto partecipativo come il nostro. Che resti Futura o che evolva in altro, certamente il progetto va ripensato e rinnovato. I prossimi mesi saranno cruciali per questo.
Futura è nata per promuovere, attraverso la partecipazione, una società più giusta, libera, equa, sostenibile e inclusiva e questo cercherò di portare dentro il Consiglio provinciale, creando ponti e intessendo alleanze tra le Istituzioni e i territori, anche in vista di un 2023 che deve segnare una svolta significativa nel governo del nostro Trentino.
Il difficile momento storico richiede a tutti noi un grande impegno e un supplemento di responsabilità per creare le condizioni che permettano al nostro territorio di rialzarsi senza lasciare indietro nessuno e di incamminarsi verso un modello di sviluppo improntato alla sostenibilità ambientale e alla giustizia sociale. Su questo Futura sarà pronta a fare costruttivamente la propria parte in Consiglio provinciale, oltre che nei territori nei quali si sta radicando.
La palese incapacità della Giunta provinciale di fare fronte all’attuale crisi pandemica, assieme alle tante azioni intraprese in questi due anni volte ad escludere pezzi di società richiedono da parte nostra un’opposizione ferma e puntuale. Su questo non faremo sconti a nessuno.
Nonostante il marasma che ha determinato con le sue dimissioni, ringrazio Paolo Ghezzi per il grande lavoro fatto dentro e fuori il Consiglio provinciale con Futura per il bene della nostra comunità.
Ringrazio tutto il Consiglio comunale e la Giunta di Trento per questa brevissima ma intensissima esperienza. Ringrazio tutto il personale dirigenziale e amministrativo, di cui ho avuto il piacere di apprezzare l’operato. Infine un augurio speciale al gruppo consiliare di Futura, che sono certo darà un prezioso contributo per lo sviluppo della nostra bellissima città.

Nota finale, che tengo appositamente fuori dalle riflessione generali.
In questi giorni uno delle offese più forti - e più tristi, perché arrivate anche da persone dalle quali mi sarei aspettato un po’ più di serietà - mosse nei miei confronti è stata quella di essere un poltronaro.
Le motivazioni per cui ho deciso di andare in Consiglio provinciale credo di averle espresse chiaramente. Sull’indennità di carica tranquillizzo tutti voi: continuerò a girare con la mia bici o la mia Twingo, non mi vedrete certamente col suw. Continuerò a versare il 25% a Futura e 1000 euro al mese ad associazioni impegnate per la difesa dei diritti o nel sociale o per progetti che Futura riterrà meritevoli.


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