Valdastico, Fugatti insiste sull'uscita a Rovereto sud

L'autostrada della Valdastico entrerà nel Piano urbanistico provinciale.

Lo ha deciso la giunta provinciale evidenziando di avviare il procedimento di variante al Pup «per affrontare coerenti analisi in ordine allo scenario complessivo della mobilità tra il Veneto e il Trentino». La delibera è del 19 giugno e non sorprende: il progetto di collegamento, contestato da molti, è sempre stato uno dei punti fermi nell'agenda del presidente Maurizio Fugatti.

L'uscita è prevista a Rovereto. Come si legge nella delibera, questa ipotesi, che dovrà essere verificata sotto il profilo tecnico e ambientale, viene sostenuta non solo dagli aspetti della mobilità e dei trasporti, ma anche «dalla riconosciuta esigenza di una riqualificazione dell'assetto produttivo ed economico della Vallagarina».

Di Valdastico si discute da decenni, ma è del 2016 il documento del Comitato paritetico (che ha visto la partecipazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Mit, dei rappresentanti della Provincia autonoma di Trento e della Regione Veneto) che mette nero su bianco che «lo scenario di comune interesse consiste nel corridoio d'interconnessione infrastrutturale tra la Valdastico, la Valsugana e la valle dell'Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come collegamento tra viabilità ordinarie», nell'ambito di un'analisi dei collegamenti che attraversano l'arco alpino orientale.

Al termine dei lavori del Gruppo di coordinamento - costituito nel 2017 per dare attuazione operativa agli indirizzi delineati dal Comitato paritetico - nel 2019 la Provincia di Trento ha trasmesso al Mit un Memorandum integrativo in cui viene ribadita la necessità che il Ministero garantisca un'analisi e un approfondimento più marcati rispetto alla mobilità tra Veneto e Trentino. Nel documento, inviato in data 9 aprile 2019, viene valutato lo studio di un'alternativa ulteriore tra il vertice del primo lotto dell'A31 nord a Pedemonte e l'A22 con sbocco nella zona di Rovereto sud.

Nella delibera di venerdì scorso viene dato il via libera alla sottoscrizione di un atto aggiuntivo al Documento conclusivo del Comitato Paritetico proprio per condividere con il Mit e la Regione Veneto il nuovo scenario del corridoio di collegamento viario tra la Valdastico e la valle dell'Adige.

L'ipotesi dell'uscita della Valdastico a Rovereto (mantenendo come punto di partenza il vertice del primo lotto della A31 a Pedemonte) è stata valutata anche alla luce di una ricaduta territoriale ulteriore nella valle dell'Adige e di «una possibile integrazione con il corridoio di accesso Nord-Sud, in alternativa alla concentrazione su Trento dello snodo comune».

Vengono ipotizzati i tempi dell'adozione della variante al Pup: entro la fine del 2021, tutte le fasi comprese, anche quella legata alle valutazioni ambientali. «Contestualmente saranno adottati gli atti necessari alla formalizzazione dell'intesa» si specifica.

Alla variante integrata con la valutazione ambientale strategica è chiesta la partecipazione di diverse strutture dell'amministrazione pubblica, ed in particolare il Servizio urbanistica e tutela del paesaggio della Provincia, dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, del Dipartimento della Protezione civile e del Dipartimento Territorio, ambiente, energia e cooperazione.
Il presidente Fugatti dovrà tenersi pronto alla resistenza del territorio. Nell'incontro di un anno fa con i sei sindaci del comuni interessati (Rovereto, Ala, Vallarsa, Terragnolo, Trambileno, Folgaria) erano emerse le prime perplessità sull'opera, seguite dalle immancabili polemiche. Il primo problema sollevato è stato quello della sostenibilità, del rischio idrogeologico. Fugatti aveva messo subito le mani avanti evidenziando che la sorgente di Spino non verrà toccata, ma tuttora non è chiaro cosa sarà delle altre falde acquifere. Senza dimenticare l'impatto paesaggistico del collegamento, che spaventa molti abitanti della Vallagarina.

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