Austria chiusa solo all'Italia: Fugatti va dal console a Milano Pressing per riaprire i confini, come prevede la road map Ue

L’ostinazione austriaca nel mantenere chiuso solo il confine con l’Italia senza peraltro dare indicazioni precise sulla data di una possibile riapertura continua a preoccupare.

Oggi il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha avuto, in proposito, un colloquio con il console generale d’Austria a Milano, Clemens Mantl.
Si è parlato, in particolare, della riapertura del confine del Brennero.

«Siamo preoccupati perché facciamo fatica, considerata la situazione del contagio in Trentino e in Italia, a capire la posizione del Governo austriaco che ancora non permette una libera circolazione sul confine del Brennero», ha detto Fugatti.

Presentando il quadro epidemiologico in Trentino, ha quindi chiesto a Mantl di rappresentare a Vienna l’istanza, condivisa anche in sede di Euregio, insieme ai presidenti di Tirolo e Alto Adige Günther Platter ed Arno Kompatscher, di riaprire al più presto il confine, entro il 15 giugno. Il console ha fatto sapere che il Governo austriaco si è impegnato a valutare settimana per settimana la situazione del contagio in Italia, non escludendo la possibilità di una riapertura a carattere regionale. Il console verrà messo in contatto con gli esperti della Fondazione Bruno Kessler al fine di poter meglio approfondire la situazione del contagio da covid-19 in Trentino.

Nella conferenza stampa cominciata poco prima delle 19 in piazza Dante, Fugatti ha ribadito la propria incomprtensione pe rle posizione austriache e ha sottolienato che allo stato da Vienna non arrivano segnali tali da poter aprire qualche spraglio di ottimismo sul tema. Così, ha osservato il presidente, si spaccano fra l'altro i territori dell'Euregio di cui il Trentino fa parte.



Anche la Camera di commercio di Bolzano interviene sul tema. «Il fatto che i controlli di frontiera e sanitari dell’Austria verso l’Italia sono gli unici tra i suoi Paesi confinanti a proseguire è in contrasto con la Joint European Roadmap, la procedura di riapertura coordinata presentata dalla Commissione europea», si legge in una nota dell’ente.
La Camera di commercio spega di essersi «attivata a livello europeo, nazionale e regionale per ottenere il più presto possibile l’apertura dei confini verso l’Austria».

«La chiusura dei confini con l’Austria è fatale per l’Alto Adige, per il turismo altoatesino e di conseguenza per tutta l’economia locale. La decisione del governo austriaco di aprire da oggi le frontiere con la Germania, il Lichtenstein, la Svizzera, la Repubblica Slovacca, la Repubblica Ceca e l’Ungheria ma non con l’Italia è un duro colpo per l’Alto Adige e una decisione poco comprensibile».

Secondo la Camera di commercio, sulla base dei dati epidemiologici registrati in Alto Adige, ma anche in altre regioni d’Italia, la decisione dell’Austria non è comprensibile.
L’incidenza dei 7 giorni in Alto Adige è di 0,9 ogni 100.000 abitanti. Ciò significa che l’Alto Adige negli ultimi 7 giorni ha registrato solo 5 nuovi contagi a fronte di poco più di 531.000 abitanti. Vienna, in confronto, con quasi 2 milioni di abitanti ha un valore di incidenza dei 7 giorni di 7,4 (141 nuovi contagi), ossia otto volte più alto di quello in Alto Adige. Il valore della Baviera attualmente è di 3,4 (442 nuovi contagi) e quello del Baden-Württemberg di 1,9 (214 nuovi contagi).

«La Camera di commercio di Bolzano si è appellata ad Eurochambres, l’associazione europea delle Camere di commercio, che rappresenta 20 milioni di imprese con sede in 43 Paesi, pregandola di intervenire in merito», riferisce Michl Ebner, presidente della Camera di commercio di Bolzano e vicepresidente di Eurochambres.
La Camera di commercio di Bolzano ha chiesto al governo austriaco e a quello tedesco di aprire almeno i confini con l’Alto Adige, dato che la nostra Provincia registra buoni dati epidemiologici, simili a quello di Austria e Germania.

 

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