Boeing ucraino precipitato: «Colpito da un missile»

L’aereo ucraino precipitato a Teheran poche ore dopo l’attacco alle basi Usa in Iraq sarebbe stato abbattuto per errore da un missile anti-aereo iraniano.
Ora dopo ora, si fa sempre più forte il sospetto che il disastro del Boeing 737-800 della Ukrainian International Airlines, costato la vita a 176 persone, non sia stato provocato da un problema tecnico, ma da un impatto accidentale in volo. Avanzata dalle autorità di Kiev e rilanciata da fonti di intelligence americane e irachene, l’ipotesi non è stata esclusa neppure da Donald Trump. «Qualcuno potrebbe aver commesso un errore. Ho un mio sospetto su quanto accaduto», ha detto il presidente americano, nel pieno delle tensioni con la Repubblica islamica.

Ma per Teheran le «voci» sullo scontro con un razzo sono «senza senso». Secondo il responsabile dell’aviazione civile e viceministro dei Trasporti Ali Abedzadeh, «diversi voli interni e internazionali volavano nello spazio aereo iraniano nello stesso momento alla stessa altitudine» e non hanno avuto problemi. «L’aereo, che all’inizio si dirigeva verso est per lasciare la zona dell’aeroporto, ha girato a destra a causa di un problema e stava tornando all’aeroporto nel momento dell’incidente», sostengono gli esperti di Teheran. Ma le ombre restano pesanti, anche perché la Repubblica islamica continua a negare le scatole nere alla Boeing e agli Usa, limitandosi a dire che se fosse necessario alle indagini si rivolgerebbe alla Francia o ad altri Paesi.

Insieme agli 007 di Washington e Baghdad, anche una fonte del Pentagono citata da Newsweek sostiene che l’aereo sarebbe stato colpito da un missile terra-aria Tor M-1 di fabbricazione russa, noto presso la Nato come SA-15 Gauntlet. La batteria anti-aerea iraniana era in allerta per possibili risposte ai raid appena compiuti contro gli obiettivi americani. La tesi dell’abbattimento involontario è accreditata anche da fonti della Cbs, secondo cui l’intelligence Usa avrebbe intercettato segnali di due missili lanciati dagli iraniani, seguiti poco dopo da un’esplosione. Del resto, già nelle prime ore dopo la caduta del volo PS752 la dinamica aveva sollevato dubbi tra gli esperti, visto che il decollo era avvenuto in modo regolare e il Boeing 737 sarebbe in grado di volare anche con un solo motore.

Inoltre, il velivolo aveva appena tre anni, i piloti erano esperti e le condizioni di visibilità e atmosferiche risultavano buone.
Un team di tecnici ucraini è giunto oggi a Teheran per partecipare all’inchiesta con le autorità locali. Tra questi ci sono anche esperti che si erano occupati del volo della Malaysia Arlines MH17 abbattuto da un missile nei cieli ucraini nel 2014, provocando 298 morti. Secondo il segretario del Consiglio di difesa e di sicurezza di Kiev, Oleksiy Danilov, non è possibile escludere la collisione con un missile o un altro oggetto volante, ad esempio un drone. Non si mette da parte neppure l’ipotesi di un’esplosione a bordo a seguito di «un atto di terrorismo». Ma non viene comunque trascurata la pista del guasto tecnico. «Scopriremo la verità svolgendo un’indagine dettagliata e indipendente», ha promesso il presidente ucraino Volodimir Zelenski, definendo «una priorità» l’accertamento delle cause. Kiev ha invitato la Gran Bretagna a unirsi alle indagini, come già fatto dall’Iran con Canada e Svezia, due tra i Paesi più colpiti dalla tragedia, rispettivamente con 63 e 10 vittime. E proprio Ottawa chiede chiarezza a Teheran. In un colloquio tra i rispettivi ministri degli Esteri, il Canada ha invocato la massima trasparenza di fronte alle «molte domande che dovranno trovare risposta».

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