La protesta della scuola: iniziata la mobilitazione In 10mila chiedono l'aumento

Tantissimi insegnanti questa mattina si sono riuniti in assemblea al cinema Vittoria e poi in presidio sotto la Provincia in piazza Dante a Trento per chiedere il rinnovo del loro contratto scaduto da tempo.

Mentre entra nel vivo con le assemblee territoriali la mobilitazione del mondo della scuola per il rinnovo del contratto di lavoro - vale per oltre 10 mila dipendenti provinciali tra docenti, educatori, ed Ata - arriva ai sindacati la convocazione da parte dell’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. Le parti si incontreranno venerdì 13 dicembre alle ore 13.

«L’apertura del confronto è già un primo risultato positivo», commenta il segretario della Uil Scuola Pietro Di Fiore. Intanto già nei prossimi giorni la Provincia e i segretari generali di Cgil Cisl e Uil e di tutte le sigle del settore pubblico dovrebbero definire una sorta di protocollo sullo stanziamento delle risorse per tutto il comparto, risorse che dovrebbero essere “spalmate” su più anni.

Gli aumenti salariali sono il primo e principale ostacolo da superare. La Giunta Fugatti deve fare i conti con una contrazione delle risorse a disposizione; i sindacati della scuola (oltre ai confederali partecipano alla trattativa anche Satos, Gilda e Delsa) chiedono invece aumenti salariali veri, non briciole.

Ieri l’assemblea delle Rsa della Uil Scuola ha dato mandato alla segreteria regionale di perseguire un accordo politico-tecnico, primo passo verso il rinnovo contrattuale della scuola per il triennio 2019-2021. «l primo impegno - sostiene il segretario della Uil Scuola Di Fiore - dovrà essere di tipo finanziario: siano stanziate le risorse necessarie per un rinnovo contrattuale dignitoso, partendo dall’attribuzione fin da subito dell’1,4% a parziale recupero della perdita del potere d’acquisto dei salari». Su questo fronte siamo sopra l’indice Ipca che misura i prezzi al consumo a livello europeo. Ma la Provincia è pronta ad arrivare ad un aumento del 4,1% complessivo nel triennio. Se queste cifre venissero confermate in un accordo scritto, si tratterebbe di una buona base di trattativa. Resta da capire la tempistica di questi aumenti che parte sindacale non vuole che finiscano troppo il là negli anni.

Degli aspetti retributivi, ma anche di tutta la partita normativa, si parlerà nei prossimi giorni in occasione delle assemblee territoriali indette dai sindacati del comparto scuola. Si è partiti oggi (con possibili ripercussioni sulle lezioni ed eventuali modifiche degli orari di lezione) al Cinema Vittoria a Trento con gli insegnanti della scuola primaria e delle medie. Al termine dell’assemblea c'è stato un presidio in piazza Dante davanti al Palazzo della Provincia anche se il presidente Fugatti e la giunta oggi erano riuniti fuori sede.

Lunedì 9 dicembre toccherà agli insegnanti degli istituti superiori, sempre al Cinema Vittoria a Trento e successivo presidio.

Infine mercoledì 11 dicembre sarà il giorno degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della formazione professionale e del personale Ata ed assistente educatore, che si riuniranno presso la sala della Cooperazione in via Segantini.

I sindacati chiedono anche per il personale Ata automatismi nella progressione di carriera sul modello degli insegnanti (che superano il primo gradone dopo 10 anni e raggiungono l’ultimo dopo i 35 anni di servizio). Tra i temi del confronto sul terreno normativo ci sono anche l’articolazione dell’orario di lavoro e la puntuale definizione del piano annuale della attività.

I sindacati inoltre puntano all’abrogazione di alcune norme della riforma della “Buona scuola” adottate in chiave locale: cancellare gli ambiti territoriali, la chiamata diretta, il vincolo di permanenza dei tre anni sulla sede di prima assegnazione.

Infine prosegue la battaglia di sempre per la stabilizzazione del personale precario: «Si facciano partire - chiedono i sindacati - nuovi concorsi per colmare la carenza di personale che si registra nella scuola trentina, anche attraverso percorsi di “formazione sul campo”, prevedendo misure riservate ai lavoratori con almeno di tre anni di servizio già svolto».
Più in generale, l’obiettivo è riportare al centro il lavoro d’aula, troppo spesso oberato da mille incombenze amministrative: «Meno scartoffie e più attenzione ai nostri ragazzi - sintetizza Di Fiore - dalla scuola delle procedure alla scuola della qualità».

(Foto di Alessio Coser)

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