Hotel dismessi a rischio abbattimento In Trentino sono oltre 200 L'assessore Tonina punta al loro recupero

di Nicola Marchesoni

Alberghi trentini dismessi, la giunta provinciale dice basta. Non ci si può più permettere, soprattutto con la partita olimpica aperta - questo il pensiero dell’esecutivo guidato da Fugatti - di continuare ad avere sul nostro territorio ex mega strutture turistiche abbandonate.
«Si deve trovare una soluzione. Ci stiamo già lavorando» conferma il vicepresidente della Provincia e assessore all’Ambiente e all’Urbanistica Mario Tonina.

Come vi state muovendo?

A breve partirà un censimento. La prima cosa da capire è quanti sono gli hotel chiusi e in stato di degrado. Ce ne sarebbero, mi risulta, oltre 200. Anche in zone turisticamente rinomate come Riva del Garda.

Con i dati in mano poi che farete?

A livello generale le alternative sono due. Quelle strutture dovranno venir demolite oppure trasformate in qualcosa di diverso, ad esempio in Rsa oppure in case da destinare alle giovani coppie o alle fasce deboli della popolazione. Nel prossimo bilancio abbiamo inserito sotto tale capitolo 200mila euro.

Una cifra irrisoria.

Simbolica, dal momento che in diversi Comuni, a causa delle amministrative, presto partirà il semestre bianco e sarà tutto fermo. Con le nuove amministrazioni partirà subito il confronto.
E l’investimento della Provincia sarà consistente. Quei 200mila serviranno intanto per sanare le situazioni peggiori. Occorre sinergia.

Tra chi?

La Provincia si rapporterà con i titolari degli edifici in questione, i Comuni e le Comunità di valle, a cui spetta la pianificazione urbanistica locale. Un hotel dismesso potrà essere trasformato in altro solo dopo che ci sarà stata una variante. Noi entreremo in gioco, con i finanziamenti, in una seconda fase.

C’è il rischio che per i proprietarie degli ex hotel i contributi della Provincia rappresentino un 13 al totocalcio? Un aiuto insperato?

Non dovranno esserci né favoritismi né speculazioni edilizie. Sarà nostro compito fare in modo che ciò non avvenga. Ogni passaggio verrà sempre concordato tra Provincia, enti locali e privati. C’è un altro aspetto che mi preme evidenziare.

A cosa si riferisce assessore?

Alla necessità che prima di “mangiare” la parte del territorio ancora “vergine” - e per fortuna noi ne abbiamo abbastanza - bisogna recuperare il patrimonio edilizio esistente. Il turistica che viene nelle vallate trentine, scusate se mi ripeto, non dovrà più vedere vicino a un lago oppure in alta quota degli angoli di totale degrato come quelli rappresentati dagli ex alberghi. Strutture un tempo prestigiose, si pensi a Vetriolo, ma che poi sono andate incontro a un lento e inesorabile declino.

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