Barcellona paralizzata: oltre mezzo milione in piazza e ancora scontri

Oltre mezzo milione di persone scese in piazza ieri, strade bloccate, voli cancellati, il centro di Barcellona completamente paralizzato e ancora disordini, cariche della polizia e arresti: le proteste contro la condanna al carcere per i nove leader separatisti catalani sono arrivate al quinto giorno di fila, con quella che finora è stata la manifestazione più imponente, convocata insieme a uno sciopero generale indetto da alcune sigle sindacali indipendentiste.

La città è stata letteralmente presa ostaggio dalla protesta. Sale a 89 feriti e 31 arresti il bilancio della quinta notte di proteste e scontri a Barcellona, dove la polizia ha anche fatto uso per la prima volta - riferisce la stampa spagnola - di un camion idrante per farsi strada lungo le vie del centro invase di manifestanti e costeggiate di barricate in fiamme.

Dopo la mezzanotte, dopo più di sette ore di combattimenti, le violenze sono diminuite di intensità. Per le vie del centro sono rimasti numerosi agenti e i sassi usati negli scontri.

La polizia ha confermato che due agenti sono rimasti feriti. Una folla di centinaia di migliaia di sostenitori della causa separatista - 525.000 persone secondo la polizia municipale -, è arrivata da tutta la regione e si è riversata nella capitale catalana.

Dopo tre giorni di marcia, sono confluiti nel pomeriggio nel centro cittadino i cinque cortei che erano partiti mercoledì scorso da Girona, Berga, Vic, Tarrega e Tarragona. Una prova di forza che ha fatto esultare il presidente della Generalitat catalana Quim Torra: "La marcia per la libertà ha riempito il Paese! Vinceremo e andremo avanti".

La fiumana di persone ha bloccato le principali vie d'accesso alla città: una ventina le strade off limits, tra le quali la principale arteria transfrontaliera che collega la regione autonoma con la Francia.

Grandi disagi, naturalmente, per i numerosi turisti anche italiani che affollano sempre la città catalana.

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