Formazione e risorse distribuite Polizia provinciale, progetto ok
Sì al corpo unico di polizia locale, ma con un'attenzione particolare alle valli ed alle peculiarità delle zone turistiche. La proposta dell'assessore provinciale Carlo Daldoss trova consensi tra gli agenti, soprattutto se si parla di formazione uguale per tutti e di un'«iniezione» di nuove forze negli organici. «Un passo avanti verso una maggior professionalizzazione: presumo che questa sia l'intenzione della proposta dell'assessore, con l'obiettivo di avere personale specializzato, efficace, competente e un servizio con una maggiore copertura oraria, con una sorta di "cappello provinciale" per quanto riguarda il coordinamento» evidenzia Stefano Bertuzzi , comandante della polizia locale della valle del Chiese. «Ci sono questioni che sarebbe positivo venissero gestite a livello provinciale - aggiunge - dalla centrale unica di acquisto al sistema di riscossione delle sanzioni, dalla centrale radio alla graduatoria per le assunzioni. Pensiamo anche alla costituzione di nuclei specialistici, di supporto ai corpi territoriali ad esempio nell'ambito ambientale e di polizia giudiziaria».
Ok alla regìa centrale, ma rimane l'interrogativo della gestione del personale, se rimarrà comunale o diventerà dipendente della Provincia. «Il rischio - prosegue - è quello di una sovrapposizione politica che può diventare anche tecnico-operativa perché c'è già una polizia provinciale, la forestale. Non avrebbero senso due strutture. Inoltre l'eventuale passaggio alle dipendenze della Provincia potrebbe comportare difficoltà dal punto di vista sindacale, ad esempio per le indennità, per il mantenimento di ruoli e funzioni».
Settanta sono le nuove assunzioni promesse dall'assessore provinciale Daldoss. «Ma settanta sono anche gli agenti che lavorano a tempo determinato in Trentino. Da anni si chiede alla Provincia un incontro per formalizzare le assunzioni a tempo indeterminato» rileva il comandante della polizia locale di Fassa, Gianluca Ruggiero . La voce delle valli può diventare fondamentale nel caso di un futuro tavolo di lavoro sul progetto di polizia provinciale. «Ci sono priorità lavorative diverse sul territorio: nelle zone turistiche gli agenti lavorano per determinati obiettivi, dalla sicurezza all'evento particolare, e concentrati in specifici periodi, mentre in città i ritmi sono diversi - spiega Ruggiero - Dunque ci sono finalità ed esigenze differenti. Ciò non toglie che la proposta di una polizia provinciale sia propositiva e positiva, dalla formazione uguale ed annuale per tutti gli agenti agli acquisti effettuati da un unico ente e spalmati sul territorio in base alle esigenze. Da rilevare inoltre un'anomalia in Trentino: la polizia locale da noi non fa parte della Protezione civile, mentre nel resto d'Italia sì».
Sì ad un coordinamento centrale, ma con un punto fermo: il sindaco come responsabile territoriale. «Siamo più che favorevoli se con "regìa unica" si intende la capacità di programmare e la capacità di poter distribuire al meglio le risorse sul territorio senza ricorrere al Commissario del Governo ogni volta che si fanno dei servizi particolari, come è accaduto per l'adunata degli alpini e come succede per le nostre manifestazioni nell'Alto Garda - evidenzia il comandante della polizia locale dell'Alto Garda e Ledro Marco D'Arcangelo - In termini di formazione, inoltre, è quanto di meglio ci possa essere. Non vedo cosa non possa andare bene in una polizia provinciale. Certo, ci saranno poi alcuni ostacoli da superare, di tipo legislativo ed amministrativo». Un nodo da sciogliere riguarda la possibile migrazione degli agenti dall'amministrazione comunale a quella provinciale. «Ma è importante non chi paga lo stipendio, ma la dipendenza funzionale - spiega il comandante D'Arcangelo - È il sindaco l'unico responsabile della polizia locale sul territorio. Il punto saliente è questo: ogni volta che prestiamo servizio in un Comune, il responsabile è il sindaco».