Il Pd non sceglie, Rossi bis vicino

di Luisa Maria Patruno

Un partito spaccato, una coalizione impaurita e divisa, un allargamento che non quaglia, stanno accompagnando il fallimento del tentativo avviato due mesi fa dal segretario del Pd trentino, Giuliano Muzio, di presentare al centrosinistra autonomista una proposta di discontinuità nei contenuti e nel candidato presidente con cui presentarsi alle elezioni provinciali del 21 ottobre «con una nuova rinnovata energia». Questo significa che più per rassegnazione che per convinzione il Partito democratico si avvia ad accettare la ricandidatira del presidente uscente, Ugo Rossi, visto che non sembra avere la forza di rendere concreta e sostenere politicamente un nome alternativo, che ieri il segretario Muzio ha detto di avere a disposizione, ma di aver deciso di non renderlo pubblico «per rispetto delle persone, perché non gli si può chiedere di essere burattini nelle mani di nessuno», finché in coalizione - si troverà oggi - gli alleati non chiariscano se sono disponibili a puntare «su un nome nuovo fuori dai giochi» oppure preferiscano «riproporre l'attuale presidente sulla base però di un nuovo patto per la comunità». È facile immaginare quale sia la risposta del Patt, resterà da capire se l'Upt è decisa a sostenere la strada del «nome nuovo», che è la prima opzione proposta da Muzio - ma lì si aprirebbe poi la questione del gradimento sul nome - oppure no. Anche nell'Upt, come nel Pd, ci sono posizioni diverse. 

Per non uscirne umiliato, dopo mesi di tira e molla e prove di forza con Rossi, il Pd cercherà di dimostrare di riuscire almeno a condizionarlo sul programma il «nuovo patto». 

Ieri sera, prima nella riunione del coordinamento provincale e poi in assemblea Muzio è parso meno pimpante di due mesi fa. «Rivendico il fatto che la nostra azione politica - ha esordito ieri il segretario in assemblea - ci ha permesso di non passare due mesi a parlare di balletti e concorsi di bellezza e riguadagnare centralità nella scena politica trentina». Sul presidente ha detto: «Ho costruito ipotesi e verificato scenari con il riserbo che chiedono questi momenti per non mandare allo sbaraglio persone in carne ed ossa. Ho trovato disponibilità di persone e forze politiche, ma tra le forze non tutte hanno deciso con nettezza e questo ha contribuito a ritardare e complicare la scelta sul candidato presidente. Ma ora dobbiamo stringere. Da qui a pochi giorni potremo avere il candidato presidente. Dovremo garantirci che il candidato porti avanti il nuovo patto per la comunità e che sul nome del candidato ci sia la convergenza della coalizione, convergenza che oggi non c'è. Vi chiedo il mandato per questo». Lo ha attenuto con 7 astenuti.

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