K2, Urubko litiga e parte Ma la «solitaria» è già finita

L’alpinista russo-polacco Denis Urubko, che aveva improvvisamente abbandonato ieri la sua spedizione per tentare una proibitiva scalata invernale in solitario del K2 (8.611 metri), ha alla fine rinunciato all’impresa che un suo collega pachistano aveva definito «suicida». Lo scrive oggi il quotidiano Dawn di Islamabad.

L’ufficio stampa della spedizione ha confermato la partenza senza alcun preavviso di Urubko, veterano scalatore di 44 anni che è stato l’ottavo al mondo a conquistare senza ossigeno tutte le 14 vette del mondo superiori agli 8.000 metri.

A quanto sembra Urubko aveva avuto una accesa discussione con i responsabili della spedizione, criticandone le scelte e divergendo anche sul concetto di «stagione invernale» che per lui si doveva considerare conclusa il 28 febbraio e non in marzo.

Fatto sta che ha deciso ieri mattina di partire, senza neppure un apparato rice-trasmittente, verso la cima del K2 (8.611 metri), seconda solo all’Everest (.848 metri). E da allora non se ne è saputo più nulla, finché stamattina, è arrivata una comunicazione ufficiale dal portavoce della missione polacca di Urubko. L'addetto stampa Michal Leksinski ha twittato che «Denis Urubko sta scendendo. Ed attualmente ha raggiunto il C2».

Ossia è ritornato al secondo dei quattro campi esistenti sulla parete prima dell’ultimo tratto di ascesa alla cima della seconda montagna più alta del mondo.
Non è chiaro se ora Urubko accetterà di riprendere il progetto di tentare l’ascesa in marzo con i restanti membri della spedizione che si trovano in parte al campo base e in parte al C2.

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