Blue Whale, verso il processo Reato derubricato a stalking

La Procura di Milano ha chiuso le indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di una ventenne milanese al centro dell’unico caso che al momento si ritiene fondato che riguarda il fenomeno del «Blue Whale», il cosiddetto «gioco» sul web, fatto di 50 prove tra cui atti di autolesionismo, che può spingere le vittime adolescenti fino al suicidio e che soprattutto è a rischio emulazione.

Da quanto si è appreso oggi, il pm Cristian Barilli qualche settimana fa ha notificato l’avviso di conclusione dell’inchiesta con il quale il reato originario di istigazione al suicidio contestato alla ragazza è stato derubricato in violenza privata e atti persecutori (stalking): via Instagram avrebbe convinto una ragazzina di 12 anni a infliggersi alcuni tagli e ad inviarle le foto, come primo step di una serie di prove di coraggio. Vicenda questa per la quale è attesa la fissazione dell’udienza preliminare.

Riguardo invece a una serie di altri fascicoli aperti a partire dallo scorso maggio, dopo i molti esposti di genitori e insegnanti che temevano che i propri figli o alunni fossero caduti nella rete della«Balena Blu», il pm chiederà l’archiviazione: le indagini non hanno dato riscontri su presunti istigatori di atti di autolesionismo compiuti da adolescenti ed hanno portato a concludere che un numero crescente di denunce da parte di famiglie e scuole sarebbe dovuto ad una sorta di «psicosi» che si è creata attorno al fenomeno.

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