Cuba, Fidel Castro e la rivoluzione sanitaria

Sotto Fidel Castro nella Cuba degli anni Sessanta nasce il Sistema nazionale di salute. Il principio-base è che tutti i cubani hanno diritto all’assistenza sanitaria completa, senza distinzioni: un sistema basato su gratuità, universalità e accessibilità a tutti. Si tratta di uno dei temi più discussi quando si fotografa la situazione cubana, anche oggi, a poche ore dalla morte dell'ex presidente.

Il punto di forza è la prevenzione, in assenza di farmaci costosi e sofisticate strumentazioni diagnostiche. Quindi con un’alta formazione del personale è stato possibile, ad esempio, ridurre gli altissimi dati sulla mortalità infantile.

Il sistema sanitario, sul quale il governo cubano ha investito molto, con un investimento pari a circa il 10% del Pil nazionale, si basa su un’organizzazione strutturata su tre livelli: nel primo l’assistenza punta ad affrontare circa l’80% dei problemi di salute e i servizi sono forniti nei consultori dei medici di famiglia (ciascuno affiancato da un’infermiera) e nei poliambulatori specialistici (policlinici). Il medico di base è in grado di conoscere le patologie di ogni malato, di avere un quadro completo della situazione sanitaria del quartiere dove opera (al consultorio operano anche specialisti come psicologo, psichiatra, sociologo e vi fanno riferimento circa 120-160 famiglie).

Addio a Fidel Castro

Il secondo livello di assistenza, per un altro 15% di problemi, è fornito nei quasi 500 policlinici in cui un team di specialisti fra geriatri, ginecologi, ostetriche di comunità, psichiatri e operatori sociali, collabora con il medico di famiglia. Le prestazioni erogate in day hospital, sono di tipo diagnostico, terapeutico e riabilitativo.

Il terzo livello di assistenza si occupa del 5% dei problemi di salute o complicanze legate a determinate malattie e si svolge in oltre 220 ospedali a elevata specializzazione, alcuni dei quali di rilievo internazionale. E a questi devono aver fatto ricorso per le proprie cure da Diego Maradona a Hugo Chavez.

Nell’isola inoltre esistono circa 200 strutture residenziali per anziani. Ci sono poi 15 istituti di ricerca. Dalle due facoltà di medicina prima della Rivoluzione del 1959 si è passati a 21.

A causa dei bassi salari (si dice 20 dollari al mese più casa e generi di prima necessità) c’è comunque una fuga di dottori, in particolare verso altri Paesi dell’America latina, dove possono ambire a compensi più alti in cambio di aiuti finanziari, fornitura energetica e sostegno alimentare. Oggi si stimano 50mila medici cubani che lavorano in circa 70 paesi esteri.

Resta tuttavia la necessità di ammodernare la rete ospedaliera, sia dal punto di vista strutturale e tecnologico.

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