«Censura a chi critica Renzi» Polemica sulle direzioni Rai

Nuove accuse di censura piovono sulla Rai. A finire nel mirino è ancora la radio, Radio2 in particolare, dopo gli attacchi per la cancellazione di 610, il programma di Lillo & Greg, poi smentita dal direttore artistico Carlo Conti.

È Francesca Fornario, conduttrice con Federica Cifola del programma "Mamma non mamma", a denunciare pubblicamente il presunto bavaglio alle battute sul premier Matteo Renzi e non solo. Non si salva neanche Rai3, che dopo le polemiche per la sostituzione di Bianca Berlinguer dal Tg3 e la chiusura di Ballarò torna ad essere terreno di battaglia.

Questa volta è il climatologo Luca Mercalli a intravedere motivazioni politiche dietro la scelta di togliere dai palinsesti il suo programma "Scala Mercalli".

La difesa della tv pubblica arriva dalla direttrice della seconda rete radiofonica, Paola Marchesini, ma non basta a convincere gli esponenti di M5S, di Sinistra Italiana, ma anche della minoranza Dem sull’inesistenza di un disegno governativo.

«Dopo la normalizzazione dell’informazione dei telegiornali, adesso siamo arrivati alla censura preventiva della satira», sostiene il senatore Federico Fornaro, che sottolinea la gravità delle accuse insieme al collega della minoranza Dem Miguel Gotor, dimessosi con lui per protesta dalla Commissione di Vigilanza subito dopo le nomine ai tg.

Oltre a Stefano Fassina di SI, è M5S ad alzare la voce.

«Gli squadristi dal doppio mento continuano le epurazioni. Lasciamoli soli nelle loro tv.
Riprendiamoci la piazza!», scrive Alessandro Di Battista.

«Convocheremo quanto prima i vertici di Radio Rai per chiarire quello che è emerso negli ultimi giorni. Nessuna censura sulla satira è accettabile», aggiunge il presidente della Vigilanza, Roberto Fico.
Fornario usa Facebook per lanciare le sue accuse.

«Ricapitolando - scrive -: niente battute su Matteo Renzi, niente politica, niente satira, niente personaggi, niente imitazioni, niente copioni, niente scenette qualunque cosa siano, niente comicità e che altro... ah, niente battute sul fatto che non si può dire ‘comunistà». Insomma, secondo la conduttrice di Mamma non mamma, in onda sabato e domenica in diretta dalle 18.30 alle 19 per il mese di agosto, «non ci sono più le condizioni per fare satira politica su Radio2 e nemmeno più, per quel che mi riguarda, quelle per lavorare serenamente a un programma diverso, di servizio pubblico».

«A Radio2 non esiste la parola censura - replica Marchesini -. Se differenziare la programmazione significa mettere il bavaglio, allora alzo le mani. Spiegatemi perchè avrei dovuto silenziare un programma che va in onda nel week end ad agosto e lasciare massima libertà a tutti gli altri nel corso dell’anno».

Mamma non mamma - spiega ancora - «non è un programma di satira politica, ma di costume», come chiaramente spiegato nella sinossi della trasmissione. Inoltre - fa notare - le battute della Fornario, anche su Renzi, vanno in onda su Un giorno da pecora e sono ospitate sul sito della tv pubblica.

Anche secondo Mercalli, d’altro canto, c’è l’esecutivo dietro la scelta di chiudere il suo programma.

«Abbiamo trattato argomenti che sono scomodi per qualsiasi governo, e il governo Renzi non fa certo eccezione - spiega in un’intervista all’Espresso -. Basterebbe dire che siamo andati contro le trivelle e le grandi opere, e a favore di un’agricoltura sostenibile». Nessuna replica dalla direttrice della rete Daria Bignardi, ma la sua posizione si può evincere dal post pubblicato ieri sul suo blog su Vanity Fair: «L’unica cosa che ho epurato da quando mi occupo dei programmi di Rai3 sono gli animali in gabbia nei programmi circensi».

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