Sberle e minacce con la pistola A giudizio un prete anti-gay

Non si sono ancora placate le polemiche per la sua predica anti-gay che don Massimiliano Pusceddu, parroco quarantenne di Vallermosa, è stato rinviato a giudizio dal Gup di Cagliari con l’accusa di lesioni personali, minacce e porto di pistola.

I fatti risalgono al 15 novembre 2014. Il sacerdote avrebbe minacciato il marito di una sua parrocchiana che gli aveva confessato alcuni presunti problemi di coppia: temeva che l’uomo la tradisse. 

Accogliendo le richieste del pubblico ministero Emanuele Secci, il giudice Giuseppe Pintori ha deciso che il prete - difeso dall’avvocato Francesco Olla - dovrà comparire il 4 novembre prossimo in Tribunale per essere processato dai giudici della seconda sezione.

È accusato di aver colpito con violenti schiaffi Valentino Setti, 45 di Elmas, appunto il 15 novembre di due anni fa, procurandogli una cervicalgia post traumatica. E per rendere più incisivò il suo intervento, avrebbe estratto da sotto l’abito talare una pistola a tamburo, posandola su un tavolino. Da qui la contestazione di minacce e porto di una Smith & Wesson calibro 38.

Con lui andrà a giudizio anche Efisio Giuseppe Spano, 40 anni di Vallermosa, accusato di concorso in lesioni, ma anche lo stesso Valentino Setti - amministratore della società Top Carni Sardegna - accusato di violenza privata. Avrebbe impedito il funzionamento dell’apertura elettronica del cancello della sua azienda e, impugnato un coltello, minacciato il sacerdote e il suo sodale che volevano entrare.

Fondatore della gruppo «Gli apostoli di Maria», già conosciuto in Sardegna per la sua passione per il pugilato, don Massimiliano Pusceddu è finito in questi giorni al centro di aspre polemiche per la sua predica contro gli omosessuali, nei confronti dei quali - citando la lettera di San Paolo ai Romani - aveva ipotizzato la morte spirituale.

Invettive poi rimarcate in un’intervista alla trasmissione «La Zanzara» di Radio24 condotta da Giuseppe Cruciani.

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