Ecco i redditi dei nostri parlamentari Divina è il più ricco, Dellai il più «povero»

Fraccaro: ma io ho restituito 133mila euro

di Luisa Maria Patruno

È sempre il deputato Lorenzo Dellai, ex governatore della Provincia, il parlamentare del Trentino Alto Adige con la dichiarazione dei redditi più bassa anche nel 2015 (periodo d’imposta 2014) come nell’anno precedente.

Il capogruppo di «Democrazia solidale -Centro democratico» alla Camera resta infatti sotto i 100 mila euro fermandosi a un reddito complessivo di 93.441 euro, superiore comunque a quanto dichiarato l’anno scorso sebbene resti un reddito molto lontano da quanto Dellai poteva vantare nel 2013 quando da governatore era arrivato a 193 mila euro.

Poco sopra Dellai si incontrano il senatore del Pd, Giorgio Tonini, e il deputato del Movimento 5 Stelle, Riccardo Fraccaro. Entrambi superano i 96.000 euro. Riguardo alla situazione patrimoniale il senatore segnala di aver ereditato, dopo la morte della madre, una parte del 50% dell’appartamento dove vive il padre a Roma.

Il deputato grillino, come gli altri parlamentari del movimento, destina una parte della sua indennità al fondo per le piccole imprese ma comunque questi soldi escono dalle casse pubbliche. Anche Michaela Biancofiore (Forza Italia) si ferma sotto i 100 mila euro, soglia che invece l’anno scorso era riuscita a superare. I redditi più alti sono sempre dei parlamentari sudtirolesi, in particolare di quelli della Svp.

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Irraggiungibili sono il senatore Karl Zeller, avvocato, che arriva come reddito complessivo a 504 mila euro, e poi il collega di partito, deputato Manfred Schullian, avvocato e titolare di una Cantina vitivinicola a Caldaro, che raggiunge la bellezza di 454 mila euro. Nella dichiarazione dei redditi del 2014 i due avvocati da record erano invertiti nella posizione di vertice tra i parlamentari regionali. La legge prevede che sia i senatori che i deputati pubblichino sul sito della Camera e del Senato la loro dichiarazione dei redditi ogni anno, ma non tutti hanno ancora ottemperato a questo obbligo.

Nel profilo dell’onorevole autonomista, Mauro Ottobre, che è anche presidente del consiglio comunale di Arco e candidato alla segreteria provinciale del Patt, a ieri non si trovava ancora pubblicata, infatti, la dichiarazione dei redditi 2015. Ci sono solo il 2013 e il 2014. Lo stesso vale per il senatore sudtirolese Hans Berger (Svp). Tutti gli altri, invece, ci sono. Il reddito complessivo più alto dichiarato fra i parlamentari trentini è quello del senatore della Lega nord, Sergio Divina con 107 mila euro, poco meno di quanto aveva dichiarato l’anno scorso.

È seguito nell’ordine dal senatore Vittorio Fravezzi (Upt), poi dal deputato Michele Nicoletti (Pd) e dal senatore e segretario del Patt, Franco Panizza, tutti appena sopra i 100 mila euro. L’anno scorso Panizza era riuscito ad arrivare terzo tra i senatori con oltre 120 mila euro, ma quest’anno il reddito complessivo dichiarato si è sensibilmente abbassato. Non vengono segnalate, invece, variazioni rispetto all’anno precedente per quanto riguarda la situazione patrimoniale (immobili, auto, acquisto di azioni o titoli).

Restano sempre più alti rispetto a quelli dei colleghi trentini anche i redditi dei due deputati del Pd dell’Alto Adige, Luisa Gnecchi e Gianclaudio Bressa, che superano nella dichiarazione 2015 i 130 mila euro. Notevole è anche il reddito di Flavia Piccoli Nardelli, deputata del Pd e figlia di Flaminio Piccoli, da anni trapiantata a Roma ed eletta in Piemonte, che ha dichiarato oltre 193 mila euro, in aumento rispetto all’anno scorso.

Una nota polemica arriva da Riccardo Fraccaro: «Le somme indicate nella dichiarazione dei redditi non corrispondono effettivamente a quanto percepito», spiega il parlamentare del M5s. Il reddito netto, spiega Fraccaro, è stato di 38.907,28 euro. Come ci si arriva? Lo spiega lo stesso deputato: «Ogni mese io restituisco ai cittadini metà del mio stipendio e oltre a ciò ho deciso di rinunciare completamente all’indennità aggiuntiva di Segretario dell’Ufficio di Presidenza, pari a 2.632 euro al mese, e ad ogni eccedenza risultante dai rimborsi spese (cioè le somme percepite e non utilizzate per vitto, alloggio, spese telefoniche e viaggi)». E ancora: «Solo nel 2014 ho restituito ben 63.169 euro, di cui 23.172 euro di indennità parlamentare e 39.997 di rimborsi spese non utilizzati. Questa somma si aggiunge ai 36.389 euro restituiti nel 2013 e ai 33.767 nel 2015 (fino a settembre), per un totale di 133,326.89 euro (pari a 258.156.857,30 di vecchie lire) restituiti in 31 mesi di attività parlamentare».

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