L'Upt divisa sui rapporti col Pd si avvia verso il congresso

di Luisa Maria Patruno

L'Upt si avvia verso il congresso che ormai tutti - tranne la segretaria in carica Donatella Conzatti - danno per scontato. Sarà l'assemblea degli iscritti il 4 ottobre a dover prendere la decisione, ma il clima interno al partito è così teso e a rischio lacerazioni che molti sentono forte l'esigenza di un chiarimento interno e di una guida più salda.

L'assessore provinciale Mauro Gilmozzi, che ha partecipato al parlamentino di venerdì sera e con il capogruppo Gianpiero Passamani ha proposto appunto che si vada a congresso, spiega: «Al di là di tutto è evidente che nel partito e sul territorio i disagi ci sono perché ci viene chiesto in continuazione: con chi state, volete andare con il Patt o con il Pd? Mentre la linea dell'Upt è immutata: la questione va chiarita in via definitiva. Per quanto la segretaria Conzatti abbia lavorato, e le va riconosciuto, non si riesce a fare elaborazione politica. Non è questione di sfiducia, ma le tensioni che ci sono state per tutta l'estate, le dimissioni di mezza segreteria sono il segno che le cose non funzionano, senza voler attribuire responsabilità a una persona in particolare. Per questo - aggiunge Gilmozzi - serve un congresso per avere tutti le idee più chiare su dove andare. Bene ha fatto dunque il gruppo a dare un'accelerata: si andrà a un congresso che io penso che sarà non all'insegna dello scontro ma di un'unità rinnovata. Serve una svolta per rigenerare il partito».

Di diverso avviso è l'altro assessore provinciale dell'Upt, Tiziano Mellarini, che non ha potuto essere presente al parlamentino ma ha condiviso la linea del gruppo. «Il congresso è utile - esordisce Mellarini - per chiarire una volta per tutte la linea politica del partito. Non vuol dire che sia stata espressa una sfiducia alla segretaria Conzatti, non è questo il punto. Io non parlo di segretario ma parlo di linea politica. E la mia, come penso che ormai sia chiaro a tutti, è totalmente diversa da quella di Lorenzo Dellai e mi sorprende che adesso lui dica che nessuno vuole andare nel Pd. Io penso a una Upt nel centrosinistra autonomista ma non nella casa del Pd. A livello nazionale vedremo. Quindi al congresso si confronteranno due linee molto diverse, i colleghi del gruppo consiliare faranno le loro valutazioni».

Il senatore dellaiano Vittorio Fravezzi pensa invece che: «La rappresentazione di un Upt diviso tra quelli che vogliono andare nel Pd e quelli del Patt è una caricatura. Il ragionamento che stiamo facendo è che il quadro politico è già molto mutato ed è in evoluzione all'interno del campo democratico. L'Upt ha la possibilità di tornare ad essere centrale nella coalizione di centrosinistra trentino, capace di essere interprete sia di un elettorato più pragmatico che di quello più politico. Il parlamentino ha preso atto di un malessere interno e di uno sfilacciamento».

L'onorevole e leader dell'Upt, Lorenzo Dellai, non vuole fare polemiche sul piano personale e risponde alla segretaria che aveva interpretato le sue parole al parlamentino sul fatto che è «venuto meno il rapporto di fiducia» con motivi di simpatia o antipatia. «Il parlamentino anche con il mio voto - dice Dellai - ha deciso che la situazione generale del partito rende necessaria l'assemblea e se del caso il congresso. Non è una questione di teste da tagliare, ma del fatto che l'Upt per varie ragioni, sia oggettive che contingenti, non riesce a interpretare un ruolo in prospettiva come invece ha sempre rappresentato e prima ha fatto Margherita. Non è un dramma - dice Dellai - né un regolamento di conti, né una questione di simpatia. Io ho grande affetto e amicizia verso la segretaria, ma sto parlando di fiducia politica».

«Credo - conclude l'ex governatore - che sia urgente chiarire come interpretiamo la nostra stessa posizione politica, prima ancora che i rapporti e le alleanze con gli altri partiti. È una cosa più nobile di una bega da cortile. Dobbiamo riscoprire il ruolo che oggi fatichiamo ad esprimere».

La segretaria Donatella Conzatti, all'indomani del parlamentino che ha deciso di mettere all'ordine del giorno dell'assemblea la convocazione del congresso per eleggere un nuovo segretario, conferma la volontà di non dimettersi prima, ma di adeguarsi alla decisione che sarà presa dagli iscritti. «Quando Passamani ha proposto il congresso - spiega Conzatti - io ho fatto presente che la segretaria non è eletta né dal gruppo consiliare né dai parlamentari ma dagli iscritti, quindi si deve tornare all'assemblea. A me piacerebbe che l'assemblea desse il messaggio di un partito terzo rispetto alle istituzioni, ovvero un partito che non è né degli assessori né del presidente. Riguardo alla linea politica: io penso a una Upt come partito territoriale, mentre il Cantiere ha creato una frattura incolmabile tra valli e città. Riguardo al piano nazionale - conclude Conzatti - abbiamo già preso contatti sia con Scelta Civica sia con il Pd per ragionare di confederazione».

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