Valdastico, si rischia la rottura in giunta Rossi: «Il Pd dica se vuole la crisi»

Rossi: «Il Pd dica se vuole la crisi»

di Luisa Maria Patruno

In questo torrido agosto, il futuro della giunta provinciale e del centrosinistra autonomista sembra correre sul filo della Valdastico. «In giunta non c’è stata nessuna richiesta di verifica sulla Valdastico da parte dell’assessora Sara Ferrari, ma solo di incontrarsi dopo le vacanze, in modo che tutti parlino la stessa lingua. La giunta ha condiviso il documento che il governo ci aveva mandato prodromico del Cipe: quindi non è che si può un giorno dire una cosa e il giorno dopo un’altra. La verifica semmai si fa su questo: sul fatto che c’è chi dice una cosa in giunta e il giorno dopo dice esattamente l’opposto».

NON POSSIAMO REGALARE LA VALDASTICO

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, si mostra seccato e respinge al mittente la richiesta di «un incontro urgente di maggioranza» sulla Valdastico che l’assessora del Pd, Sara Ferrari, mercoledì scorso all’Adige, aveva annunciato di aver sollecitato nel corso della seduta di giunta di lunedì a Cavalese, perché, sottolineava l’assessora all’università e ricerca: «Le indicazioni espresse nel documento della giunta non erano delle precondizioni per trovare un accordo sulle modalità di realizzazione dell’opera. Non erano e per me non sono condizioni per dire sì alla Valdastico». Ferrari va anche oltre sostenendo che: «Il programma nulla dice sul completamento della Valdastico o altre opere stradali di collegamento extraprovinciale».

Presidente Rossi, in maggioranza e anche in giunta stanno emergendo posizioni diverse sulla questione Valdastico, anche su come partecipare alla procedura di intesa, con il Pd che tira indietro, perché la strada imboccata appare ormai portare dritta al sì all’opera.
Le posizioni in giunta non mi pare proprio che siano diverse. La giunta a giugno ha condiviso il documento poi passato al Cipe. Qui non si tratta di essere tutti d’accordo Valdastico sì o Valdastico no. Si tratta di essere d’accordo su un modo di affrontare il problema, che è l’unico che ci è consentito dalle norme e dentro il quale si devono fare valere le proprie ragioni, tutte quante.

Il senatore del Pd, Giorgio Tonini, sostiene che però la giunta sta già trattando su dove fare gli svincoli o sulla bretella con la Valsugana, come se desse per scontato che la Valdastico si faccia, invece di parlare del disegno complessivo, dimostrando al tavolo della trattativa che questa è un’opera che non ha senso, contraddittoria con la ferrovia e che risponde a logiche di sviluppo anni ’70. Non è così?
Il senatore Tonini parla anche lui da tifoso, senza sapere come stanno le cose.

Perché? La Valdastico invece ha senso secondo lei?
Non ha senso la strada, ma ha senso affrontare i problemi con le regole che ci sono e con la pragmaticità necessaria.

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Quindi il Trentino deve accettare la Valdastico?
Il Trentino non deve fare nulla, ma ha la consapevolezza di dover gestire le cose con le regole di cui dispone, che prevedono l’intesa affrontando tutti i temi, dal no completo, perché vale la pena ragionare solo sulla ferrovia, fino alla valutazione di proposte che possano essere utili al Trentino. Questa è la posizione che la giunta ha assunto in grande chiarezza. Ma questa non è la posizione di questa giunta era la posizione anche della precedente.

Ma la novità è la lettera del 17 giugno da lei inviata al ministero delle Infrastrutture con cui, come riportato dal pre-Cipe, «per la prima volta la Provincia ha espresso la disponibilità a valutare l’individuazione di un corridoio sufficientemente localizzato per lo sviluppo in territorio trentino delle connessioni con il Veneto». E si parla dell’obiettivo di alleggerire così il traffico nella zona laghi, dell’Alta Valsugana e di Trento. Da lì le proposte della bretella per la Valsugana e l’uscita a Trento sud. Quindi con il ministero state già entrando nel merito delle soluzioni tecniche, non è vero?
Io il 17 giugno ho scritto esattamente quello che c’era scritto nelle lettere inviate da Pacher nella scorsa legislatura. È stato il Veneto a dirci che erano disposti a non fare più la supervalsugana e sono stati il Veneto con il ministero delle Infrastrutture a proporre le soluzioni della bretella nella zona laghi in Valsugana e l’uscita a Trento sud. È un’idea del Veneto e non nostra, perché si sono messi nelle condizioni di dire che non potevano più affrontare la questione solo dal loro punto di vista, ma in una logica di corridoio, che è poi la logica del nostro Pup. Non si può infatti dire che il Trentino è sempre stato contrario. Perché nel Pup, che è stato approvato nel 2008, quindi due legislature fa da Dellai, Pacher, Pinter, era previsto il corridoio stradale Est-Ovest, compresa la Valsugana.

Quindi tutto sommato a certe condizioni la Valdastico può passare?
Non dico tutto sommato, dico che al tavolo il Veneto deve affrontare i suoi problemi anche nella logica altrui, ovvero la nostra. Valuteremo cosa ci propongono, svincoli, gallerie e chi la paga.

La Provincia di Trento al tavolo è in grado di dimostrare che la Valdastico non ha senso dal punto di vista economico, ambientale e strategico, oppure questo punto lo date già per perso?
Tutte le delibere del Cipe con tutti i governi hanno sempre detto che la Valdastico è da fare. Se l’interlocutore considera strategica un’opera, io posso anche dirgli di no e dimostrargli che non lo è ed anzi è contraddittoria con la ferrovia, come abbiamo sempre fatto, ma fino ad oggi non è servito.

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Non è servito perché dietro c’è la proroga della concessione dell’A4?
Ma non è vero. Lo Stato lo ha sempre detto che era un’opera strategica e addirittura prioritaria. Tonini si informi. Se qualcuno poi vuole usare il tema della Valdastico per marcare differenze e per pseudo politiche ideologiche faccia pure.

Non teme che sulla Valdastico il Pd possa rompere se si arrivasse a un sì?
Se c’è chi spera che su queste cose ci possa essere qualcuno che se ne va, non so cosa dire. Se qualcuno vuole farne una questione dirimente venga e lo dica una volta per tutte.


GLI AUTOTRASPORTATORI: AVANTI TUTTA!

«Come autotrasportatori siamo favorevolissimi al completamento della Valdastico. Noi speriamo che sia la volta buona, che venga portata a termine e che sia presa una decisione definitiva». Lucio Sandri, presidente dei Trasportatori di Confindustria, commenta così gli sviluppi del confronto tra Veneto e Trentino sulla A31. Secondo Sandri, «questa volta l’autostrada si farà, perché la posizione del presidente Rossi e degli assessori è stata abbastanza netta e perché non penso che ci possano essere delle marce indietro. Insomma: spero che la strada sia tracciata davvero».
Per i trasportatori di Confindustria, la Valdastico deve essere vista «al di là di tutte le questioni di questi anni per quello che è, cioè una autostrada che consente uno sbocco dalle zone industriali di Schio e Thiene che sono molto grandi e deve decidere se fare la Valsugana o fare molta strada in più per andare alla Brennero. Se poi pensiamo che in Veneto sono molto avanti con la Pedemontana, occorre capire che il traffico si concentrerà ancora di più sulla Valsugana. Senza la Valdastico questo flusso diventerà davvero eccessivo».

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Per Sandri, quindi, il primo obiettivo che può essere centrato con la futura A31 è che «si sgraverebbe la Valsugana da molto traffico e basterebbero poi alcuni interventi di messa in sicurezza dei tratti che ne hanno più necessità». Per Sandri, poi, anche «l’economia ne trarrebbe vantaggio, perché il Veneto sarebbe molto più vicino al Trentino e si aprirebbe un mercato turistico e per l’agricoltura molto maggiore di oggi». Per Confindustria, infine, strada e ferrovia non sono incompatibili. «Se consideriamo i tempi per la Valdastico e per avere il tunnel del Brennero, capiamo che si tratta di due opere assolutamente complementari. Parlare di treni in questo momento senza avere il completamento del tunnel del Brennero è un esercizio puramente teorico» continua Sandri. Infine, sul tracciato, Sandri spera che prenda forma l’ultima ipotesi che è stata presentata.
Anche gli autotrasportatori degli Artigiani si dicono a favore della Valdastico: «Il primo fatto importante è che dopo anni di no incomprensibili la giunta si sieda attorno a un tavolo. Ora speriamo che dica che va bene la nuova strada. Perché serve uno sbocco sul Veneto per liberare la valsugana dal traffico e per velocizzare il trasporto delle merci» spiega il presidente dei Trasportatori artigiani Claudio Comini. «Basta bloccare un’opera che serve a tutto il territorio provinciale e al Veneto per piccoli campanilismi trentini. Occorre guardare agli interessi complessivi provinciali e non sono a quelli di un piccolo gruppo».
Anche per Comini l’investimento nell’A31 non esclude quello nella ferrovia. «La ferrovia è necessaria e non è in alternativa alla Valdastico, si deve investire sul collegamento con il Brennero per cambiare modalità di trasporto merci. Con la Valdastico ci sarebbe poi la possibilità di dare maggiore sviluppo e slancio all’interporto e all’economia trentina, edilizia in testa, nel suo complesso».

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