Bimba kamikaze fa una strage in Camerun

Una bambina di 9 anni imbottita di esplosivo si è fatta saltare in aria in un affollato locale notturno a Maroua in Camerun, una ragazzina kamikaze si è immolata in un mercato a Damaturo in Nigeria. Decine di morti e feriti. Uomini, donne e bambini mutilati. La sanguinaria offensiva jihadista dei Boko Haram, che sempre più spesso usano per le loro azioni terroristiche giovanissime inconsapevoli di quanto stanno facendo, in meno di 24 ore ha colpito per ben due volte il nord-est della Nigeria ed è arrivata nuovamente in Camerun.

Qui solo tre giorni fa due kamikaze avevano provocato 22 morti e una cinquantina di feriti nel mercato di una cittadina non lontana dal confine nigeriano. E ora il Camerun si sente in guerra, una guerra che però non può essere combattuta solo con le armi. Stasera le autorità del nord del Paese hanno ordinato la chiusura di moschee e scuole islamiche per impedire che diventino obiettivi o centri di reclutamento dei terroristi. I bambini non potranno più entrare nei luoghi pubblici e i piccoli mendicanti non potranno più stare nelle strade a chiedere l’elemosina dato che, ha sottolineato il governatore Midjiyawa Bakari, tutti i kamikaze degli ultimi attentati avevano meno di 18 anni. In particolare, proprio la bimba di 9 anni era stata vestita da mendicante.

Il governatore dell’area di Maroua ha anche imposto il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino. Misure di sicurezza sempre più strette, compreso il controllo «di tutti i non residenti in tutti i quartieri». Dal canto suo il ministro della Difesa Edgar Alain Mebe Ngòo ha chiesto ai cittadini di aiutare i soldati segnalando qualunque attività o persona sospetta. «La gente deve sviluppare una cultura di vigilanza perchè i Boko Haram hanno cambiato strategia», ha affermato.
Gli estremisti islamici nigeriani, dichiaratamente alleati dei terroristi dell’Isis (Stato islamico), finora non hanno rivendicato nessuno degli ultimi attentati ma le autorità non hanno dubbi. Sono loro gli assassini che arrivano a bordo di motociclette sparando ai civili inermi, bruciando le loro case e i negozi. Sono loro che armano ragazze e bambine con cinture o giubbotti esplosivi e poi le fanno saltare in aria.

D’altra parte proprio un leader dei Boko Haram aveva preannunciato gli attentati in Camerun come ritorsione al sostegno fornito dalle autorità di Yaoundè alla confinante Nigeria nella lotta al gruppo estremista. Nigeria peraltro colpita anche oggi, nel mercato del capoluogo dello stato di Yobe, Damaturu, dove le cariche esplosive che una ragazza indossava hanno stroncato la sua vita e quella di altri 15 innocenti.
Scenari apocalittici che l’estremismo islamico oggi ha portato anche in Somalia. Qui sono entrati in azione i miliziani al Shabaab che hanno lanciato un camion bomba contro l’hotel Jazeera di Mogadiscio, centrale, frequentato dagli occidentali, considerato il più sicuro della capitale: dieci le vittime, una rivendicazione che fa paura. «Nessuno ormai può più considerarsi al sicuro», ha detto sconsolato un dipendente dell’albergo.

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