Sinistra e M5S con Tsipras e in polemica verso Renzi

Vicini ma divisi, in piazza Syntagma per dare uno schiaffo non solo all’austerity, non solo all’eurozona ma anche alla linea di Matteo Renzi. M5S, Sel, l’ex Pd Stefano Fassina, il Dem Alfredo D’Attore: una parte della politica italiana è in procinto di partire per far propria la battaglia di Alexis Tsipras.

Domenica saranno tutti nella capitale ellenica, tutti a manifestare per il no alle proposte Ue, tentando di cavalcare un eventuale risultato favorevole al premier ellenico anche dall’altra parte dell’Adriatico, contro un governo italiano giudicato troppo filo-Merkel.
Il referendum del 5 luglio è destinato ad avere un riverbero anche a Roma, complice anche la netta presa di distanza presa da Renzi rispetto al referendum. Una posizione che, in chiave interna, il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini traduce definendo i parlamentari in partenza «una compagnia incerta e eterogenea, nata da spinte populiste». Parole alle quali replica, piccato, il capogruppo Sel Arturo Scotto: «Guerini polemizza con quei deputati che andranno ad Atene a spese proprie e con volo charter a differenza di chi con il volo di Stato va a baciare l’anello alla Merkel». Ma sul caso greco interviene anche la vicepresidente della Camera Laura Boldrini, bocciando la ricetta della Troika: «se il paziente continua a stare male, anzi sempre peggio, vuol dire che non ha funzionato».

La battaglia politica, insomma, è ormai entrata nel vivo anche nell’arena italiana.

Con Sel in prima fila sia alla fiaccolata di solidarietà per la Grecia organizzata oggi a Roma e in altre città italiane sia domenica, ad Atene, quando la delegazione guidata da Nichi Vendola incontrerà anche il segretario politico di Syriza Tasos Koronakis. Ad Atene - dove andrà anche il segretario di Prc-Sinistra Europea Paolo Ferrero - già questa sera, sarà Roberto Fico, membro di quel direttorio M5S che al gran completo e assieme a Beppe Grillo nel pomeriggio di domenica sarà a piazza Syntagma, senza tuttavia incrociarsi con i colleghi di Sel.

Diverso e e dal chiaro accento anti-euro è infatti lo spirito con cui i 5S sbarcheranno ad Atene per un’iniziativa che Luigi Di Maio fotografa così: «sulle manovre lacrime e sangue noi pensiamo che l’ultima parola debbano averla i cittadini. Non è un modo di fare politica di sinistra o di destra. Le ideologie qui non c’entrano più nulla». Non ci sarà, invece, Pippo Civati, che dal suo blog punge Renzi definendolo «il tedesco del Sud» e non ci sarà neppure il leader leghista Matteo Salvini, che prende le distanze da Merkel, da Tsipras e soprattutto dal premier. «Mettete un gattino incazzato a Renzi, che è pagato dagli italiani per far interessi di altri», ironizza Salvini riferendosi al ‘flash mob’ di gattini di cui fu oggetto la sua bacheca Facebook.

Più prudente, è invece Silvio Berlusconi, che tenta di riassumere le due anime di FI (una tendente al ‘nò, l’altra più vicina al Ppe) definendo «assurdo pensare di rinunciare alla Grecia», ma non sbilanciandosi su un suo ipotetico voto al referendum.
«Non sono un cittadino greco», si smarca l’ex premier, consapevole che, dalla vittoria del ‘sì o da quella del no dipenderà anche il luglio della politica italiana.

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