Campania, sospeso De Luca: incertezza sul futuro

L’atteso «salvataggio» del neopresidente della Campania Vincenzo De Luca tramite un decreto legge non è arrivato. Ieri sera, al contrario, il consiglio dei ministri ha dato corso alla sospensione di De Luca dalla carica, atto dovuto, come previsto dalla legge Severino. Senza il provvedimento «ad personam», De Luca non potrà probabilmente insediarsi e nominare un suo vice che avrebbe poi avuto pieni poteri per governare quando, successivamente, sarebbe sopravvenuta la sospensione.

Ora, in ogni modo, l’esponente campano del Pd - cui oggi è stato notificato il decreto - ha già annunciato che farà ricorso al Tribunale ordinario, dove fra l’altro è stato appena accolto un analogo ricorso del sindaco di Napoli Luigi De Magistris sul quale, come per l’ex primo cittadino di Salerno, pende una condanna in primo grado per abuso d’ufficio.

«Vado avanti, andrò in consiglio regionale. L’unica legge ad personam è la Severino, che tutela il privilegio della casta parlamentare. Come vedete, non c’è alcuna legge ad personam per me», ha dichiarato polemicamente De Luca alla Repubblica.

Frattanto scoppia la polemica politica elo sfidante di centrodestra di De Luca, il forzista Caldoro, presidente regionale uscente, accusa nuovamente l'esponente Pd di aver «imbrogliato gli elettori», candidandosi pur sapendo che sarebbe stato sospeso.

«A norma della legge Severino abbiamo firmato il decreto di sospensione di De Luca da governatore della Campania», ha detto ieri Matteo Renzi, al termine del consiglio dei ministri. «Il presidente della Regione Campania può fare gli atti consentiti dal parere medesimo, noi abbiamo proceduto alla firma del decreto di sospensione senza fare ricorso ad alcuna normativa ad hoc».
Su De Luca «la presidenza del consiglio ha semplicemente seguito l’iter, in modo corrispondente alla legge Severino, con questo finisce il nostro lavoro, poi ci sarà il ricorso di De Luca. Noi abbiamo firmato la sospensione come richiesto dalla legge Severino», ha aggiunto.

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