Il nuovo sindaco di Rovereto «Ha vinto il dialogo, non gli insulti»

di Nicola Guarnieri - NO

Cinque anni dopo un altro Valduga torna a sedersi sulla poltrona più prestigiosa della città. Francesco Valduga, rispetto al padre Guglielmo, ha vinto largo, con tremila voti di differenza. Un risultato, quello del ballottaggio di ieri, che non ammette discussioni. «Asfaltato Andrea Miorandi», è il coro dei sostenitori. E i numeri sono quelli. «Non è una rivincita per mio padre», taglia corto il sindaco.

Più che una vittoria, viste le percentuali, sembra un’incoronazione.
«Ha pagato lo stare in mezzo alla gente e ascoltare tutte le persone e i loro problemi. E i roveretani hanno capito».

Ascolto e relazioni erano le parole d’ordine della sua campagna elettorale.
«Ed è così. Abbiamo ascoltato e questo ci ha premiato».

La corsa a palazzo Pretorio, poi, è stata «morbida», senza gridare. Fa parte del messaggio?
«Non abbiamo mai voluto attaccare nessuno contrariamente agli altri. Muoversi con sobrietà è servito per far capire il concetto di relazioni, senza litigare».

È questo quello di cui Rovereto ha bisogno?
«Ha bisogno di recuperare i rapporti, sì. E anche di riavvicinare la gente alla politica. Perché più è partecipata la politica e più ha autorevolezza».

Il progetto civico è risultato vincente. Non solo a Rovereto. Il sindaco di Pergine Oss Emer si auspica una corsa civica anche per la Provincia. È possibile?
«Non è così facile. In un Comune può funzionare perché il civismo parla alle persone e rappresenta tutta la società. Per la Provincia, però, bisogna essere strutturati. Si può partire da qui ma poi si deve per forza recuperare la politica perché gli orizzonti sono più ampi».

Torniamo in città. Nessuna vendetta?
«Ci mancherebbe! La campagna elettorale è stata brutta ma ora si volta pagina e abbiamo la necessità di recuperare i rapporti e pacificare la città. Per il bene di Rovereto serve l’impegno di tutti ed ogni proposta va tenuta in considerazione. Mi auguro di lavorare in uno spirito di collaborazione».

Niente a che fare con i toni tenuti in questi mesi. Miorandi ha sbagliato gara?
«Non mi aspettavo di sicuro che attaccasse. Un sindaco uscente avrebbe dovuto aspettare e spiegare cosa ha realizzato in cinque anni anziché prendersela con l’avversario. Sembrava più un oppositore che un primo cittadino ancora in carica».

Gli attacchi di questi ultimi giorni sono stati pesanti. Ed ora?
«Come ho detto si volta pagina e si cerca un dialogo. Preferisco cancellare la campagna elettorale e pensare al bene della città».

Nessun rancore, quindi?
«Non servirebbe a nulla. Ovviamente non mi sono piaciuti gli attacchi e le offese gratuite a persone per bene come Donata Loss e Roberto Maffei. Roberto, da ex sindaco, si è messo con umiltà a servizio di un progetto che alla fine ha portato ad una vittoria corale».

Qualcuno paventava un suo impegno part time in piazza del Podestà: sarà sindaco a tempo pieno?
«Questa voce rientra nelle tante cattiverie messe in giro. Sarò sindaco a tempo pieno ma mi ritaglierò del tempo per continuare a fare l’oncologo in ambulatorio. Ne parlerò con l’Azienda sanitaria e, ovviamente, lo farò privatamente. Però non saranno giornate ma un paio d’ore a settimana. Diciamo così: Miorandi andava due ore sulla ciclabile, io le passerò in ambulatorio».

Da oggi si dovrà amministrare. Qualche idea sulla giunta?
«È troppo presto. Adesso godiamoci la vittoria e in settimana ci siederemo attorno ad un tavolo per parlare della giunta. Ma non ci sarà alcun problema».

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