Servizi socio-assistenziali Rivoluzione dei criteri Icef

di Domenico Sartori

La rivoluzione dell'Icef, per gli utenti dei servizi socio-assistenziali, partirà in Trentino dal 1° luglio, in via sperimentale per diciotto mesi.

Gli obiettivi: rivedere, con più equità, la compartecipazione alla spesa pubblica, fare massima attenzione alla sostenibilità della spesa per l'utenza e aumentare in modo significativo le quote da introitare. Una pre-delibera sarà approvata dalla Giunta provinciale lunedì prossimo, poi sarà avviata la fase di consultazione e di approvazione definitiva.

Al Consiglio della autonomie (Comuni e Comunità di valle) che esprimerà il proprio parere entro il mese, il nuovo modello Icef è stato presentato ieri dalla diregente del Servizo politiche sociali della Provincia, Ileana Olivo , e da Gilberto Barbieri (Clesius srl) che l'ha elaborato valutando 1.500 utenti delle Comunità di Fiemme, Bassa Valsugana, Val di Non, Val di Sole, Giudicarie, Valle dei Laghi e del Comune di Trento, rispetto ad una utenza complessiva di 5.200 persone.

Vi sarà in generale un aumento della quota di compartecipazione. Ma è previsto che le Comunità di valle possano intervenire per ridurre le quote, evitando però di introdurre il concetto di gratuità, che non esisterà più.

La tipologia interessata.
Il nuovo «Indicatore della condizione economica familiare» si applicherà per gli interventi di aiuto domiciliare e sostegno relazionale alla persona, il servizio pasti a domicilio o presso altre strutture, il servizio di consegna pasti e il telesoccorso/telecontrollo. Ma Ileana Olivo ha spiegato ai sindaci e ai presidenti di Comunità che l'intenzione della Provincia è di estendere i nuovi criteri Icef anche anche all'assistenza domiciliare integrata, quindi ai servizi della programmazione socio-sanitaria. «Resteranno escluse dall'applicazione dell'Icef» ha detto «solo le quote per le cure palliative, per le quali è prevista una deroga e la compartecipazione sarà fissa a 2 euro all'ora».

I soggetti coinvolti.
In un Trentino progressivamente sempre più vecchio, sono coinvolte soprattutto le persone sole (72% del campione valutato) e le coppie (23%), e la fascia più rappresentata è quella tra i 75 e gli 89 anni.

Nuovi parametri dell'Icef.
Sono quattro: la composizione del nucleo familiare, il peso dei componenti in base alla relazione di parentela, la valutazione del patrimonio e l'abbattimento dell'importo in deduzione per disabilità al 60% dei valori standard dell'Icef. Vengono considerati nel nucleo familiare del beneficiario solo coniugi e figli, e il disabile adulto che vive con i propri genitori può costituire nucleo a sé. Per la valutazione del patrimonio sono, tra l'altro, fissate una franchigia di 150 mila euro sull'abitazione di residenza (corrisponde al valore dell'Imis) e una franchigia di 50 mila euro sul patrimonio finanziario.

Compartecipazioni, limiti ed entrate.
Stop alla gratuità. Ad esempio, per l'aiuto domiciliare si pazza da zero alla tariffa minima di 2 euro (18 la massima). La quota minima si paga fino al limite Icef di 0,13, la quota massima allo 0,40 (limiti incrementabili dalle Comunità di valle). Ma sono previsti tetti mensili di spesa: massimo 20 euro per chi è più povero, sotto lo 0,13. La compartecipazione porta oggi nelle casse della Provincia 6,9 milioni di euro all'anno, con il nuovo Icef la previsione è di introitarne 9,63: 2,73 milioni in più, un incremento del 40%.

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