Papa Francesco: mai violenza in nome di Dio, "Ma non bisogna provocare offendendo la religione altrui"

Non si uccide in nome di Dio ma non si ridicolizza la fede altui. È il messaggio del Papa che, dall'aereo che lo porta dallo Sri Lanka alle Filippine, incalzato dai cronisti, torna a parlare del terrore dei giorni scorsi a Parigi.

"Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può deridere la religione. E la libertà di espressione ha il limite di non offendere nessuno. gnuno ha il diritto di praticare la sua religione senza offendere. E così vogliamo fare tutti. Non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, in nome di Dio".

"La libertà di religione - ha detto ancora Francesco - è essenziale, e non si uccide in nome di Dio. La libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere. Non si offende la religione, ma in questo caso non si reagisce con violenza.

"Se il mio amico dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno", ha aggiunto il Papa per esemplificare il "limite" alla libertà di espressione: <la fede non sia ridicolizzata", ha insistito.

"La libertà religiosa e la libertà di espressione sono diritti umani fondamentali. Non si può violarli. Ma, andiamo a Parigi, parliamoci chiaro, non si può nascondere una verità: la religione si deve praticare con libertà, senza offendere, senza imporre né uccidere. E la libertà di espressione è un diritto, un obbligo in un certo senso, perché c’é il dovere di dire quello che si pensa per aiutare il bene comune. Se un deputato o un senatore non lo dice, allora non collabora al bene comune. Dunque abbiamo l’obbligo di esprimere il nostro pensiero, ma senza offendere. Non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene. Benedetto XVI ha parlato in proposito di una metafisica post-positivista che tratta le religioni come fossero sottoculture tollerate. Questo perché non sono nella cultura illuminata: è l’eredità dell’illuminismo. Così c’è gente che sparla, che prende in giro, giocattolizza la religione degli altri. Ogni religione ha dignità e io non posso prenderla in giro. Nella libertà di espressione ci sono limiti, come non dire qualcosa contro mia mamma".

"Forse è una mancanza di rispetto - ha risposto il Papa a una domanda sui kamikaze e sui bimbi usati come kamikaze - ma credo che in ogni attacco suicida c'è qualcosa di squilibrio mentale e umano, c'è qualcosa che non va nelle persone, nel senso che danno alla propria vita e a quella degli altri. Sì, il kamikaze dà la propria vita, ma non la dà bene, i missionari per esempio danno la propria vita ma per costruire, quando si dà la vita per distruggere c'è qualcosa che non va".

"Essere miti, umili non aggressivi- dice Francesco - è il miglior modo per rispondere" a minacce di attentati. Il Papa è "preoccupato per l'incolumità dei fedeli", per sé ha paura ma anche "una sana incoscienza" e ha paura del dolore fisico. "Se subissi un attentato – ha proseguito Bergoglio – chiedo solo la grazia che non mi faccia male. Non sono coraggioso. Ho paura del dolore fisico, ma ho il difetto di avere un bella dose di incoscienza. In Vaticano abbiamo misure di sicurezza prudenti ma sicure, ma mi preoccupo prima di tutto per i fedeli".

Sollecitato dalle domande dei cronisti, papa Francesco ha confermato che si sta valutando la possibilità di organizzare un incontro interreligioso per la pace, con i leader dei vari credo, sulla scia degli eventi promossi ad Assisi da Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002.

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