Il ddl contro l'omofobia torna in aula, verso un nuovo scontro

Torna nell’aula del consiglio provinciale di Trento l’argomento dell’omofobia su decisione della conferenza dei capigruppo. Riunita stamani dal presidente del consiglio, Bruno Dorigatti , la ha definito l’ordine del giorno per le sedute di martedì 27, mercoledì 28 e giovedì 29 gennaio, martedì 3, mercoledì 4 e giovedì 5 febbraio.
Dopo il question time, il consiglio voterà la presa d’atto delle dimissioni di Claudio Civettini dalla quarta commissione permanente e procederà alle nomine suppletive necessarie per reintegrare le commissioni due, tre, quattro e cinque. Verrà quindi modificata anche la composizione della giunta per le elezioni, sempre in seguito ai recenti cambiamenti nell’assetto consiliare.

Al punto 4, nomina suppletiva di un membro effettivo della Commissione interregionale del Dreier Landtag, quindi la ratifica della deliberazione giuntale del 12 gennaio, con cui la Provincia autonoma di Trento rinuncia ai ricorsi pendenti in Corte Costituzionale contro lo Stato, per effetto del Patto di garanzia firmato il 15 ottobre scorso a Roma e relativo alle risorse finanziarie delle Province di Trento e Bolzano e della Regione.
Sei ore di tempo sono state programmate per discutere e votare quindi il disegno di legge di Lucia Maestri e dell’intera quinta commissione, che disciplina la partecipazione della Provincia alla formazione e all’attuazione del diritto europeo, i rapporti interregionali e la cooperazione territoriale. Poi il ddl nato da un’iniziativa popolare (con settemila firme) e da un secondo testo di Civico e altri, che propone l’introduzione di norme contro l’omofobia e le discriminazioni per l’orientamento sessuale. Si riprende (senza contingentamento dei tempi) esattamente da dove il dibattito era stato sospeso, ossia dall’esame del primo articolo del testo.

Lo scorso settembre a questo disegno di legge - accompagnato da 1.500 emendamenti, con cui le minoranze intendono fermamente impedirne l’approvazione - sono già state dedicate sette giornate di lavoro, domenica inclusa, con la bocciatura tra l’altro di 14 ordini del giorno collegati. Ora si ricomincia e la previsione è quella di un rinnovato muro contro muro, tant’è che giovedì 5 febbraio i lavori sono programmati dalle ore 15 «fino a conclusione dell’ordine del giorno», con previsione di una capigruppo per concordare l’eventuale proseguimento del dibattito nei giorni successivi.

Stamattina i capigruppo hanno anche dato a maggioranza un parere positivo alla volontà di Dorigatti di ammettere un emendamento fuori termine e fuori argomento sul disegno di legge Lozzer per le fattorie didattiche e sociali, di immediata discussione in aula.
Si tratta di una norma urgente proposta dall’assessore Michele Dallapiccola, che l’ha spiegata ai capigruppo come misura da adottare già in primavera per fare fronte alle fitopatologie nei frutteti del Trentino. Per sconfiggere in particolare la flavescenza dorata della vite e gli scopazzi del melo, si consente alla Provincia di intervenire d’imperio per l’estirpazione delle piante malate, là dove il proprietario non ottemperi alle ordinanze emesse. In questo caso la Pat addebiterà poi il costo al privato. Giuseppe Detomas ha chiesto all’assessore di promuovere prossimamente un disegno di legge ad hoc, per disciplinare in modo organico questa strategia di intervento che presumibilmente verrà adottata altre volte e per altre situazioni in futuro. Massimo Fasanelli ha ricordato a Dallapiccola la promessa fatta ai capigruppo di attribuire pubblicamente la possibilità di varare subito questa norma urgente alla disponibilità delle opposizioni, che non oppongono ostacoli all’ammissione di un emendamento tecnicamente non proponibile dentro il disegno di legge di Lozzer. Rodolfo Borga ha ulteriormente sottolineato l’irritualità con cui si procede.

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