Cortei e qualche scontro, la protesta contro il Jobs Act

Mobilitazioni in molte città d'Italia, con iniziative anche a Trento, oggi contro la linea economica e sociale del governo Renzi. A Milano è scesa in piazza la Fiom, c'era anche la leader della Cgil, Susanna Camusso, che insieme con il segretario dei metalmeccanici, Maurizio Landini, ha nuovamente bocciato il Jobs Act («che perpetua la precarietà») chiedendo piuttosto una seria politica industriale. Oggi si è svolto anche lo «sciopero sociale», con cortei in tutta Italia e qualche momento di tensione a Napoli, Roma e Milano.

 

I sindacati di base, Cobas, Cub, Usi e Adl Cobas hanno indetto «uno sciopero generale e sociale» del lavoro pubblico e privato per denunciare le politiche del governo Renzi e dell'Unione europea, in particolare contro il Jobs act, la legge di stabilità, il decreto sblocca Italia e il piano di riforma della scuola. Alla mobilitazione hanno partecipato anche studenti, precari organizzati e centri sociali.

 

A Roma c'è stato un blitz verso il ministero del tesoro e al Colosseo. Dieci lavoratori di una ditta privata sono saliti sulle impalcature usate per il restauro. Hanno esposto uno striscione: «No Jobs act e privatizzazione dei servizi pubblici». Lancio di uova e fumogeni contro il ministero dell'economia. Prima del corteo, stamani, tanti Super Mario, il celebre idraulico della saga di videogames, hanno occupato l'atrio dell'Acea, l'azienda comunale che si occupa di acqua e energia elettrica, per protestare contro «privatizzazioni e i distacchi» e difendere il servizio idrico pubblico, come stabilito dal referendum popolare di tre anni fa.

 

A Padova si sono registrati anche scontri tra la polizia e i manifestanti davanti all'Università: gli incidenti sono scoppiati quando il corteo ha tentato di portarsi verso la sede del Pd. Circa 500 persone, soprattutto attivisti dei centri sociali, hanno sfilato per contestare il Jobs Act e le norme che rendono possibile il diffuso precariato nel mondo del lavoro; ma se la sono presa anche con le ordinanze del sindaco leghista Massimo Bitonci che da questa primavera guida la città veneta, dopo la sconfitta del centrosinistra.

 

Sciopero sociale (Cobas, centri sociali, studenti, precari) in tutta Italia contro le politiche del governo, sciopero Fiom a Milano

 

A Napoli il corteo di manifestanti ha bloccato la rampa di accesso alla tangenziale, mentre a Milano si sono avuti scontri tra studenti e forze ordine in piazza Sanato Stefano vicino a piazza Fontana. Gli agenti hanno reagito a un tentativo di sfondamento con una carica e il lancio di lacrimogeni. Da parte degli studenti lancio di bottiglie, petardi e altri oggetti.

Successivamente i manifestanti hanno occupato un'aula della Statale ma poi sono tornati in strada dirigendosi verso il Vescovado per denunciare la lettera, poi ritirata con tanto di scuse, con la quale la Diocesi invitava i professori di religione a segnalare le scuole che affrontano il tema omosessualità. Proprio al Vescovado ambrosiano ci sono stati gli attimi più accesi, con la polizia accusata di aver caricato indiscriminatamente alcuni studenti medi, minorenni compresi

 

Sciopero sociale (Cobas, centri sociali, studenti, precari) in tutta Italia contro le politiche del governo, sciopero Fiom a Milano

 

A Torino sono state sequestrate mazze, bastoni, fumogeni e petardi dalla Digos su un furgone del Gruppo Studenti indipendenti. In precedenza un gruppo di studenti aveva affisso manifesti sulla sede del rettorato contro il caro università e sulle vetrine di una agenzia interinale.

 

A Genova sono stati organizzati cinque cortei (quattro della Fiom Cgil e uno dello sciopero sociale) e il traffico è andato in tilt.

 

Sciopero sociale (Cobas, centri sociali, studenti, precari) in tutta Italia contro le politiche del governo, sciopero Fiom a Milano

 

La leader della Cgil Susanna Camusso e il segretario della Fiom Maurizio Landini, dunque, bocciano la mediazione raggiunta all'interno del Pd sul Jobs Act e promettono battaglia fino in fondo sul provvedimento che considerano un nuovo attacco ai lavoratori. La stessa sinistra democratica si è spaccata sulla mediazione fra chi la considera un passo avanti significativo e chi, come Pippo Civati, la reputa sostanzialmente un avallo della linea renziana. Il premier, per parte sua, afferma, anche replicando ai malumori del Nuovo centrodestra, che il «capitolo Jobs Act è chiuso» ma sottolinea anche che si è «superato l’articolo 18».
   
Dalla testa del corteo in corso Venezia a Milano, Susanna Camusso è stata netta: «Non ci pare che quella mediazione sia una risposta per mantenere la difesa dei diritti che noi facciamo».

Poco dopo Maurizio Landini tuonava che l'intesa raggiunta è«una presa in giro che serve solo ai parlamentari a mantenere il loro posto». Landini replica anche a chi - alcuni parlamentari Pd renziani oltre a vari esponenti del centrodestra - ha polemizzato sulla data dello sciopero generale il 5 dicembre a ridosso del ponte dell'Immacolata: «Bisogna avere rispetto dei lavoratori chi parla senza sapere di cosa parla è meglio che stia zitto. Noi non siamo quelli che pagano mille euro per una cena, siamo quelli che con mille euro debbono mangiare per un mese».

 

sciopero Fiom a Milano Camusso Landini

 

E sul Jobs act Renzi non dovrebbe stare sereno, avverte la Camusso: «La partita non è assolutamente chiusa. L'abbiamo già detto e lo ripetiamo, non è un voto di fiducia che cambierà il nostro orientamento e le nostre iniziative».

Camusso, commentando la forte partecipazione allo sciopero odierno, la definisce «la conferma di quello che diciamo da sempre, che c'è bisogno di un grande investimento pubblico che crei lavoro e rimetta in sicurezza il Paese, il governo Renzi si dovrebbe decidere a fare qualcosa anziché ridurre i diritti».

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