Stamina, la Svizzera rifiutò il metodo nel 2011

ROMA - Già nel 2011 la Svizzera bocciava il metodo Stamina di Davide Vannoni.Il Cardiocentro Ticino, dopo essere stato contattato dal gruppo Stamina, escluse infatti «ogni collaborazione» adducendo come motivazione l’«opacità del protocollo di ricerca», l’«inconsistenza scientifica», l’assenza di pubblicazioni e la «dubbia reputazione dei ricercatori coinvolti».

ROMA - Già nel 2011 la Svizzera bocciava il metodo Stamina di Davide Vannoni.

Il Cardiocentro Ticino, dopo essere stato contattato dal gruppo Stamina, escluse infatti «ogni collaborazione» adducendo come motivazione l’«opacità del protocollo di ricerca», l’«inconsistenza scientifica», l’assenza di pubblicazioni e la «dubbia reputazione dei ricercatori coinvolti». Gli stessi criteri alla base del giudizio negativo sul protocollo arrivato a settembre scorso da parte del comitato scientifico nominato dalla ministra Beatrice Lorenzin.

Ben prima del clamore suscitato dalla vicenda in Italia, dunque, furono avviati contatti tra la Direzione amministrativa del Cardiocentro Ticino e il gruppo Stamina, per iniziativa di quest’ultimo. Ma all’epoca, precisa la Clinica in una nota, non si sapeva nulla del cosiddetto «protocollo Stamina» e come da prassi fu attivata la rete di collaboratori e di conoscenze all’interno della comunità scientifica. Nel comunicato si sottolinea che contatti di questo tipo, finalizzati a sondare diverse ipotesi di collaborazione, sono frequenti per il Cardiocentro Ticino.
Sul fronte interno, intanto, la Procura della corte dei conti della Lombardia ha avviato un’inchiesta per danno erariale sulla sperimentazione delle cure con il metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia. E proprio il gruppo di medici reclutati dalla direzione generale degli Spedali Civili si dice obbligato ad «eventualmente procedere ai trattamenti Stamina su formale disposizione del legale rappresentante» dell’Ospedale per «ogni singolo caso ordinato dai giudici». Belleri ha però precisato che «provvederà a comunicare gli ordini dei Giudici personalmente a ciascun operatore, rimettendo agli stessi di decidere, in scienza e coscienza, e sotto la propria responsabilità professionale, se procedere o meno all’effettuazione del trattamento». In caso di rifiuto «i pazienti interessati ed i giudici che hanno emesso l’ordine, verranno tempestivamente informati che l’Azienda si trova nella impossibilità di proseguire i trattamenti in corso e di avviarne di nuovi». 

Una posizione, quella espressa dai medici, giudicata «estremamente responsabile» dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, mentre dall’Unione italiana medici (Umi) è giunto un invito ai medici degli Spedali Civili ad «astenersi dal praticare ulteriori trattamenti con il metodo Stamina» ancorchè giustificati da ordinanze della magistratura.
Intanto, Lorenzin ha ribadito che i tempi per il decreto di nomina del nuovo comitato chiamato a pronunciarsi sul metodo Stamina saranno «brevi», e l’attesa è dovuta al fatto che «si sta facendo il vaglio dei nomi e ogni passo è concordato con l’avvocatura dello Stato». La composizione del nuovo comitato, ha inoltre annunciato Lorenzin, «potrebbe subire delle variazioni» per «essere sicuri di non dare adito ad altri ricorsi».

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