Quattro furti in cinque giorni il bar nel Parco di Levico è nel mirino dei ladri

di Valentina Fruet

Quattro furti in cinque giorni. Non è accaduto nella periferia di una grande città, ma all’interno del Parco delle Terme di Levico.

Preso di mira dai ladri il bar ristorante Al Parco che da poco meno di un anno ha aperto all’interno del giardino secolare, dopo dodici anni di attesa, con una nuova gestione.
A denunciare l’accaduto il gestore dell’esercizio, il giovane imprenditore levicense Marco Libardi, che la scorsa estate si era aggiudicato la struttura, di proprietà provinciale come tutto il Parco delle Terme, partecipando al bando indetto dall’ente. L’entità dei colpi non è fortunatamente molto ingente e non si sono registrati danni alla struttura: si tratta di una serie di quattro furti ravvicinati, realizzati tutti con la stessa modalità, a cui non si riesce al momento però a porre un freno.

I ladri in questione sono alla ricerca di dolci e bevande che puntualmente spariscono dai banchi frigo, dai depositi e dalla cucina e consumano il loro bottino indisturbati, uscendo poi con tranquillità dal locale. Pare si abbia a che fare con dei ladri molto educati, che si premurano anche di rimettere in ordine le sedie prima di svignarsela dopo aver fatto uno spuntino con il maltolto. La prima «passata», spiega il titolare dell’attività, «è stata sabato scorso: sono entrati da una delle due porte d’emergenza e hanno portato via da bere, da mangiare e circa 200 euro di fondo cassa che di solito lasciavo per il giorno dopo. Ora naturalmente non lascio più nulla per sicurezza. Sabato scorso a Levico è stata una giornata abbastanza movimentata, con molte manifestazioni, e pensavo che fosse legato a quello. La domenica siamo tornati a lavorare come sempre ed è andato tutto liscio, lunedì invece la cosa si è ripetuta: sono entrati, hanno preso da bere e da mangiare e se ne sono andati.

Saranno rimasti forse delusi nel non trovare il fondo cassa, ma questo non li ha fermati dato che la stessa identica cosa è avvenuta anche martedì e mercoledì notte». Naturalmente dell’accaduto sono state immediatamente informate le forze dell’ordine e anche il gestore ha preso le sue precauzioni. «Dopo la seconda volta abbiamo posizionato dei cartelli di area videosorvegliata, sperando che fungessero da deterrente, ma non è stato così. Dopo l’ultimo furto abbiamo assicurato le uscite d’emergenza con delle catene e sia giovedì che venerdì notte ho dormito all’interno del bar, è fino ad oggi non si sono fatti vedere».

Il vero problema del locale, sottolinea Libardi, è che «non è possibile, per l’assenza di linea telefonica, installare un autonomo impianto di videosorveglianza, che evidentemente servirebbe. La paura è che possano, anche involontariamente o magari nella fretta, creare dei danni al locale o peggio un cortocircuito». La Provincia è già stata interpellata e messa al corrente di quanto accaduto e della necessità di avere una linea telefonica, ma al momento nessuna risposta: eppure la situazione sembrerebbe richiedere un intervento veloce. Sempre legato alla questione sicurezza, Libardi spiega che «tutto l’impianto di illuminazione del Parco, per una questione di risparmio energetico, si spegne alle 23. Da quel momento quindi, dopo che anch’io ho chiuso e spento tutto, il Parco è completamente al buio». L’accensione notturna di parte dei corpi illuminanti, oltre a fungere da deterrente per i piccoli furti, garantirebbe anche maggior sicurezza e permetterebbe alle forze dell’ordine di svolgere al meglio il proprio lavoro. Ma anche in questo caso la richiesta del gestore non ha ottenuto risposta: finché non gli si presenteranno delle soluzioni non gli resta che sperare che i ladruncoli dello spuntino di mezzanotte non si facciano più vivi oppure passare delle altre notti a presidio della struttura.

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