Levico, bufera sulla variante «C'è un terreno degli Acler»

di Valentina Fruet

Ha provocato un terremoto, la notizia della variante al Prg approvata venerdì dal commissario straordinario di Levico Marino Simoni relativa ai «grandi alberghi di Vetriolo» e allo spostamento parziale delle cubature in una zona di tutela ambientale in fascia lago. Ieri la parte politica di Levico si è mobilitata perché «non può un solo uomo decidere per il futuro di 8000 persone» ha dichiarato Gianni Beretta. E a questo proposito Tommaso Acler, dopo un confronto con la sua coalizione, si è detto fermamente contrario a questo atto: «una delibera sopra le righe che Simoni non poteva permettersi di approvare e che la nostra coalizione non accetta», ribadendo poi che «il progetto è stato portato avanti, formalizzato e ideato dalla scorsa amministrazione, caduta anche per il disaccordo su questo punto».

Vista la situazione di stallo nella quale si trova attualmente il Comune di Levico, con il ballottaggio tra Acler e Beretta alle porte, entrambi i candidati sono consapevoli che tutta questa vicenda potrà avere delle ripercussioni sul risultato.

«Alcune delle persone che hanno portato avanti questo provvedimento - ha chiosato Acler - sono attualmente nella coalizione di Beretta: mi chiedo come farà a conciliare due posizioni diametralmente opposte all’interno della sua alleanza». Dall’altra parte non mancano le risposte e Beretta sottolinea invece che «una delle tre particelle facenti parte dell’accordo è di proprietà della famiglia del candidato sindaco di centro destra Tommaso Acler».

Ed è lo stesso Acler a confermare, aggiungendo però che «questo viene utilizzato per strumentalizzare la vicenda a mio sfavore quando invece da programma, e lo testimonia anche un video pubblicato sui nostri social il 22 maggio, ci siamo dichiarati contrari ad ogni tipo di speculazione e, se vinceremo, ne daremo la prova agli elettori facendo tutto il possibile per chiedere l’annullamento della variante, frutto di un intervento inopportuno e fuori luogo dal punto di vista politico, che condanno».

Ma Beretta affonda dicendo che «la delibera del commissario riporta che la proposta di accordo è stata “modificata e protocollata in data 18 gennaio 2019”. Sono seriamente preoccupato perché questo significa che mentre parlavamo in campagna elettorale dall’altra parte si stava facendo altro». Quando la vicenda era stata portata all’attenzione della commissione urbanistica l’anno scorso (di cui sia Beretta, poi dimessosi, che Acler facevano parte), Maurizio Dal Bianco del Movimento 5 Stelle aveva fatto notare l’incompatibilità di Acler, puntando però il dito anche sulla ex giunta: «A riguardo non erano stati presi provvedimenti ed ero stato io a far notare che la commissione doveva essere pubblica e a far conoscere ai cittadini l’accordo che si stava portando avanti». Tutta questa faccenda sarà, ad elezioni terminate, «da trattare con urgenza - ha dichiarato Beretta - prendendo subito in considerazione il documento e discutendone con il consiglio comunale».

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