Primiero, il rudere di Castel Pietra per 30 anni in comodato al Comune

Immerso nel verde della Val Canali, un castello abbandonato veglia sulla valle. Un patrimonio storico per troppi anni lasciato al proprio destino, segnato da un crescente degrado, che potrà finalmente tornare a splendere. Il Comune di Primiero San Martino di Castrozza ha infatti ottenuto dalla famiglia Welsperg, proprietaria del Castel Pietra dal lontano 1401, il comodato della fortezza per una durata di trent’anni, che prevede l’obbligo di restituire in buono stato il Castello alla scadenza dello stesso.

Il via libera è arrivato dalla Giunta provinciale nei giorni scorsi, con l’accettazione della concessione in comodato del complesso immobiliare. Ora il Comune procederà con i necessari interventi di limitazione del degrado e di messa in sicurezza della via di accesso, che ad ora consiste in una scala in acciaio sospesa che arriva nella parte nord dello sperone roccioso. Un’ entrata tutt’altro che comoda e sicura, con l’accesso che avviene attraverso una spaccatura del muro. Un percorso consigliato solo ad esperti, muniti di attrezzatura per scalata. Una volta giunti all’interno delle mura, il panorama non è certo dei migliori e non rende merito all’antica storia del maniero. La vegetazione è negli anni cresciuta incontrollata, con arbusti e alberi anche molto alti che impediscono di muoversi liberamente all’interno dell’edificio. L’obiettivo ora è quello di rendere accessibile a quanti più possibile il castello, ragionando in un’ottica di promozione e valorizzazione storico-culturale dello stesso. In questa direzione si muove la collaborazione con il Comitato Storico-Rievocativo di Primiero. La storia del Castel Pietra comincia nel Duecento.

Indicato anticamente come Castrum Petrae, fu probabilmente eretto sotto i vescovi di Feltre. Nel 1401 il castello passò alla famiglia di aristocratici tirolesi dei Welsperg, e divenne loro residenza estiva. Distrutto dai veneziani nel 1511, fu in parte ricostruito nel 1565, ma subì ancora incendi e devastazioni e nel 1675 fu abbandonato del tutto. Nel 1865 una piena del sottostante torrente Canali erose parte della roccia su cui poggiava portando ad un ulteriore crollo. I ruderi, restaurati negli anni ottanta, sono proprietà del conte Georg Siegmund Thun-Hohenstein-Welsperg.

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