Il «pedal piano»: a Borgo un pezzo unico al mondo

Uno strumento unico al mondo. Un pezzo originale, interamente costruito e realizzato presso il negozio Armonium Galvan di Borgo. È il pedal piano, chiamato anche piano-pèdalier o pedalflùgel, un pianoforte doppio, dotato di una pedaliera simile all’organo, collegata ad un secondo pianoforte. Inventato in Francia verso la fine del ‘800, è uno degli strumenti a cui erano legati alcuni dei più famosi compositori come Mozart, Schumann e Alkan. E che oggi, unico al mondo, viene suonato e portato in tournèe dal maestro Roberto Prosseda.

Una storia, quella del pedal piano di Borgo, da raccontare. Lo fa Egidio Galvan. Tutto nasce una decina di anni fa quando, casualmente, nel negozio in Corso Ausugum entra il maestro Prosseda. Era impegnato a Roncegno, al Palace Hotel, e visitando il paese ha fatto una capatina dai Galvan. «Ci ha chiesto informazioni sui pedal piano e nel giro di poco tempo ne ha acquistato uno. Fin dagli anni ‘80 - ricorda Egidio - lavoravamo con gli studenti che frequentavano la scuola di organo a Trento, per loro mio padre costruiva dei piani a pedaliera per facilitarli nello studio organistico. Costavano davvero poco e permetteva loro di studiare senza dover peregrinare da una chiesa all’altra».

Roberto Prosseda ha debuttato al pedal piano l’11 settembre del 2011, presentando in prima esecuzione moderna il Concerto in «Mi bemolle» di Charles Gounod per piano-pédalier e orchestra, con la Filarmonica Toscanini di Parma diretta da Jan Latham Koenig. «Con il tempo, però, la pedaliera ha iniziato a dare problemi ed il maestro - aggiunge Galvan - ha deciso di commissionare all’organaro Pinchi un nuovo prototipo per passare dalle due verticali alle due code, in modo da avere una maggiore qualità di esecuzione». Tutto è andato bene per alcuni anni fino a quando anche questa soluzione si è via via rivelata poco funzionale. Prosseda era impegnato in diversi concerti all’anno ed il prototipo, con il tempo, ha manifestato sempre maggiori problemi. «Così, verso le fine dell’estate del 2016, ci ha chiesto di realizzare una nuova versione. Con mio padre Romano ci siamo messi subito al lavoro e nell’agosto dello scorso anno abbiamo finito. Proprio pochi giorni prima della sua scomparsa».

Il pedal piano, infatti, è stata l’ultima creazione uscita dalle mani di Romano Galvan, ci ha lavorato fino all’ultimo, come sempre con passione e grande precisione. Restava davvero poco fare, solo qualche minimo accorgimento tanto che poi, nei mesi scorsi, il pedal piano finito è stato inaugurato a Borgo con un concerto del maestro Roberto Prosseda al teatro del polo scolastico. Una serata interamente dedicata al ricordo di Romano Galvan. Lo strumento oggi si trova a Borgo, nel magazzino dei Galvan. «Quest’anno lo porteremo nel mese di novembre a Parma ed a dicembre a Madrid - conclude Egidio - per altrettanti concerti della nuova tournée del maestro Prosseda. Abbiamo già preso accordi anche per altre date in Europa nel 2020 e stiamo definendo gli ultimi particolari per una successiva tournée in Germania».

Fin dalla fine dell’800 i Galvan si sono specializzati a Borgo nella fabbricazione di strumenti musicali. Diverse generazioni si sono succedute alla guida dell’azienda di famiglia. Dagli armonium ai pianoforti senza coda fino alla realizzazione dell’unico pedal piano al mondo. Proprio per il loro retroterra di cultura artigiana, anche nell’epoca dei computer e dei social, i Galvan mantengono un loro spazio. Assieme ai Bozzetta, Ciresa, ai Delmarco, tutti di Tesero, la piccola Castelfidardo del Trentino, sono rimasti i soli a rinnovare la magia degli strumenti musicali.

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