Un pezzo di storia di Caldonazzo era nella biblioteca di San Bernardino

Una serata alla riscoperta del passato di Caldonazzo. E non si parla di passato recente, ma della storia della comunità a partire dal XIV secolo, sulla quale si è riusciti a fare maggiore chiarezza grazie al ritrovamento e allo studio di parecchio materiale documentario, registri e pergamene. 
A presentare il materiale ritrovato nella biblioteca di San Bernardino di Trento, riuniti nella casa della cultura lunedì sera, Emanuele Curzel professore di storia medievale all’università di Trento, Marco Spagni, studioso e archivista che si sta occupando del riordino del materiale ritrovato, e Italo Franceschini, responsabile della Fondazione Biblioteca San Bernardino. Si tratta di materiale che colma in parte l’inspiegabile lacuna nella documentazione precedente al ritrovamento: un centinaio di registri cartacei e 50 pergamene sciolte, un ritrovamento di grande interesse storico, ha spiegato Curzel, una «fonte per conoscere la storia della comunità di Caldonazzo prima della nascita del Comune così come noi lo conosciamo». 
Una storia travagliata quella di questi documenti, affidati alla biblioteca qualche decennio fa probabilmente dagli eruditi locali: i documenti sono pratiche «quotidiane» dell’epoca. Si tratta di provvedimenti normativi, documenti di compravendita e di contenziosi che vedono la comunità di Caldonazzo come parte in causa, di locazioni dei beni comuni (pascoli, boschi), questioni di confine con le comunità vicine, documentazione riguardante l’ammissione nel «vicinato» dei forestieri; questioni daziarie e fiscali, rapporti con i conti Trapp, estimi e inventari. 
Questo nuovo «pezzo» di storia racconta la vita quotidiana di Caldonazzo, che all’epoca comprendeva una gran numero di territori tra i quali Calceranica, Centa e Lavarone, e lo fa fornendo elementi concreti come i rapporti con le vicine comunità di Levico e Folgaria, documenti legati allo svolgimento di opere pubbliche e alla ripartizione di terreni. 
Spagni ha spiegato che il ritrovamento «arricchisce l’attuale archivio storico comunale che va dal 1461 al 1961, ma per il periodo 1461-1806 presenta solo 60 documenti. Questo vuoto viene in parte colmato dal materiale in San Bernardino che raccoglie duecento anni di pergamene e fascicoli, dal 1508 al 1701». Particolarmente interessanti risultano i fascicoli che riguardano la vicenda di Caorso, con le stime e le descrizioni di almeno 60 abitazioni dell’epoca: la zona era stata distrutta da una delle devastanti piene del torrente Centa e i residenti, circa 40 famiglie, avevano avuto diritto, come indennizzo, alla ricostruzione di abitazioni che valessero quanto le precedenti nella zona delle «Case Nove» nell’abitato di Caldonazzo. Molte sono poi le sentenze per l’utilizzo dei boschi, per regolamentare la caccia e la pesca nel lago e nel Brenta, oppure la copia rilasciata ai signori dell’epoca per la realizzazione del castello sul Monte delle Rive nel 1201. 
Data l’importanza della documentazione, il Comune ha chiesto alla Biblioteca di San Bernardino la restituzione del materiale, depositato all’archivio comunale e al quale al momento gli interessati possono accedere tramite apposita richiesta.

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