Dal Vanoi a Venezia a piedi Venerdì i segreti del Cammino

Si terrà venerdì 2 novembre presso la Casa dell’Ecomuseo di Canal San Bovo la serata informativa dal titolo «Dal Vanoi a Venezia a piedi, si può!».
Il progetto, che sarà presentato da Angelo Orsingher, Fabrizio Rattin e Gianfranco Bettega, è ambizioso e coinvolgente: realizzare un cammino storico, turistico, escursionistico a piedi lungo 150-170 chilometri da effettuarsi in una settimana con 6-7 tappe. La partenza è da Caoria per arrivare a Venezia passando dai Bellotti, Lamon, quindi a Cismon del Grappa, Valstagna, Bassano e Padova seguendo i torrenti di fluitazione del legname, attività che ha caratterizzato l’economia primierotta per secoli e i suoi tradizionali scambi con la Serenissima prima, ed il Veneto poi.
Ne abbiamo parlato con Angelo Orsingher, che ne ha tracciato le linee guida da grande camminatore qual è, avendo all’attivo, tra i tanti, il Cammino di Santiago e la Via Francigena.
Com’è nata l’idea?
«Ne ho parlato a più riprese e con Fabrizio Rattin, è da lui che nasce l’idea e che si occupa dell’aspetto tecnico. La tappa per uscire dal Vanoi è la più problematica ed è stata vista e rivista varie volte da Fabrizio che ha percorso in lungo ed in largo la zona per individuare una soluzione fattibile al progetto. Mi sono recato anche ai Bellotti per capire come raggiungerli da Canale, ma vi sono infinite difficoltà legate alla sicurezza. Per ora abbiamo una proposta che da Caoria, seguendo la strada delle Fratte va verso Ronco via Cancellan Pugnai per raggiungere Ronco Chiesa e poi Ronco Cainari e quindi arriverebbe al Bocon per scendere ai Busini. La spiegherà bene Fabrizio. Anche se non seguirà nel primo tratto il Vanoi, darà l’idea di cosa significa camminare in montagna proponendo la prima tappa in salita».
E poi, come si svilupperà il percorso?
«Poi il resto sarà più semplice. Nel mio schema iniziale parlavo di Muson, cioè del tratto che da Bassano va verso Loria per immettersi in un bel sentiero che va direttamente a Padova toccando Castelfranco, sentiero di circa 50km. Ma qui si andrebbe fuori tracciato per cui stiamo trovando un percorso che da Bassano va verso Piazzola sul Brenta e quindi Padova. Ne parleremo in serata, dopo l’intervento di Gianfranco Bettega, la nostra base teorica.  Sarà lui ad aprire le relazioni, dopo il saluto del presidente dell’ecomuseo Mauro Cecco e spiegherà il significato di questa idea per l’Ecomuseo del Vanoi. Non dico nulla perché è troppo bella ed interessante la sua proposta».
E lei, cosa ci racconterà?
«Io proverò a raccontare cosa significhi fare cammini lunghi a tappe e a piedi con lo zaino in spalle, di credenziali, di certificati di fine cammino, di protocolli d’intesa con i comuni. Spero venga tanta gente perché quello sarebbe il segnale giusto per sostenere la voglia di andare avanti».
Che possibili ritorni economici ci sono per il Vanoi?
«Una volta che il percorso sarà pubblicizzato e ci sarà una guida a disposizione, è ipotizzabile una frequenza giornaliera per più di 6 mesi all’anno. Questo significa per chi ha alloggi da affittare, bed&breakfast, alberghi, campeggi, negozi di alimentari avere la possibilità di un deciso profitto in termini economici. Da non sottovalutare l’idea di allargare un paio di tappe conoscitive in Vanoi da aggiungere alla guida per chi prima di iniziare i 150 km a piedi volesse aggiungerne altri 30-40 per visitare le malghe, Calaita, il Brocon, tutto naturalmente a piedi e su sentieri sterrati. Ho stimato dei costi massimi per pellegrino al giorno tra vitto e alloggio sui 50 euro».
Concludendo, cosa significa per lei camminare?
«Camminare significa godere dei luoghi, saper gestire il proprio tempo, vedere sorgere il sole, il suo spostarsi in alto fino a tramontare. Significa guardare dentro le cose e coglierne il succo. Quando si cammina per lungo tempo a piedi si ha il contatto diretto con la terra, si assimila la lentezza,  ci si confronta con se stessi, si sa quanti chilometri si riesce a fare in un’ora, si abbassano le difese ed i bisogni».

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