Sparo nella notte contro un'auto Sequestrate 3 pistole a un cacciatore

di Flavia Pedrini

Erano circa le 23.30 di venerdì scorso, quando marito e moglie hanno sentito un botto. In quel momento hanno pensato fosse esploso un petardo.

La mattina successiva, però, quando l’uomo è sceso per salire sull’auto, ha notato che c’era un foro nel portellone posteriore. Senza dubbio un colpo d’arma da fuoco: sul cruscotto del veicolo, infatti, ha trovato l’ogiva del proiettile, che aveva trapassato entrambi i sedili.

Dopo la denuncia, sporta contro ignoti per l’inquietante episodio, accaduto a Levico, sono partiti gli accertamenti dei carabinieri dell’aliquota operativa di Borgo Valsugana.

Le indagini hanno quindi spinto i carabinieri a verificare se la vittima avesse ricevuto minacce, ed è proprio in questo campo che i militari sono risaliti ad un uomo di 43 anni, anche lui abitante nella stessa località della Valsugana, pregiudicato in materia di stupefacenti.

Una perquisizione personale e domiciliare ha permesso quindi la scoperta di 3 pistole, varie baionette ed un migliaio di munizioni. Tutto è stato sottoposto a sequestro e l’uomo è stato arrestato.

All'uomo, che è anche un cacciatore, sono stati sequestrati pure undici fucili che invece erano regolarmente detenuti.

L’ogiva del proiettile trovata nell’abitacolo è stata inviata al Ris di Parma per risalire all’arma che lo ha esploso.

Il gravissimo episodio è successo venerdì sera in Valsugana. Il colpo, probabilmente, è stato esploso tra le 23.30 e la mezzanotte. I carabinieri di Borgo hanno subito avviato le indagini e le verifiche condotte a carico di un cacciatore, compaesano della vittima, hanno portato al maxi sequestro di armi.

Ieri mattina il giudice Greta Mancini ha convalidato l’arresto e disposto il sequestro delle armi illegali e anche dei fucili detenuti regolarmente. La procura aveva chiesto la detenzione domiciliare, istanza alla quale l’avvocato difensore, Michele Busetti, si è opposto. Alla fine l’indagato dovrà recarsi in caserma a firmare una volta alla settimana, mentre in settembre ci sarà l’udienza per valutare il programma della messa alla prova, chiesta dalla difesa.

Per quanto riguarda le armi illegali, l’indagato ha detto che le due pistole Bodeo erano in soffitta e che ne ignorava l’esistenza, mentre per la 357 Magnum ha ammesso che gli era stata data da un conoscente e che aveva dimenticato di denuciarne il possesso.

In merito allo sparo va precisato che, a carico dell’arrestato, non sono state mosse contestazioni. Gli accertamenti nei suoi confronti sono scattati dopo quell’episodio, ma l’indagato si dice del tutto essere estraneo al fatto. «Non ha sparato lui - evidenza l’avvocato Busetti - tanto più che quella sera era ad una cena. Ben venga, dunque, la perizia del Ris sull’ogiva, che potrà chiarire che non è compatibile con le armi in suo possesso».

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