«L'orto in condotta» a Tonadico fa 10 anni

Con la scuola primaria di

di Manuela Crepaz

Tra le varie iniziative di lungo corso, ce n’è una che quest’anno festeggia il decennale: «L’orto in condotta» della scuola primaria di Tonadico. L’idea è tanto semplice quanto educativa: far coltivare l’orto agli alunni delle elementari. L’orto è a due passi dal plesso scolastico, messo a disposizione dai padri Cappuccini e si raggiunge lungo il torrente, fuori dal traffico viario. Lì le aule di studio si trasformano in vanède dove, dopo la vangatura normalmente fatta da volonterosi e forzuti genitori, i bimbi cominciano a seminare, poi trapiantare, togliere le erbette, sbarazzarsi delle limacce, tenere pulite le stradine, con tanta pazienza e dedizione. Gli insegnanti sono presenti, non tanto per insegnare, quanto per condividere saperi e sapori.

Non ci sono infatti né voti né compiti. I «giovani virgulti» imparano ad avere pazienza, a non scoraggiarsi se il tempo inclemente infierisce sui delicati germogli, a gioire quando spuntano le prime piantine, che poi, fino alla fine dell’anno scolastico, accudiscono, imparando presto la differenza tra un’indivia belga e una lattuga romana o tra una tegolina e un fagiolo. C’è pure un’aula speciale: la serra, dove crescono bene pomodori e peperoni e tutt’intorno il grande orto è colorato da «busche» di fiori.

Nei periodi scolastici utili, ( maggio/giugno e settembre/ottobre ) alcuni dei prodotti vengono donati alla mensa scolastica e cucinati per i bambini. Nel periodo estivo invece, ogni settimana bambini, genitori ed insegnanti, si turnano nella cura dell’orto, provvedendo all’annaffiatura e alla sarchiatura, secondo un calendario condiviso. E guai ad usare antiparassitari: in caso di infestazioni, è consentito solo l’uso di cenere, macerato d’ortica o al limite qualche prodotto biologico.

Così, ogni lunedì mattina, quando ci si ritrova a vendere i prodotti dell’orto, si può garantire tutta la genuinità possibile. Gli ortaggi sono messi in bella mostra sul carrettino a due ruote dei padri cappuccini. Poi, a fine mattinata, i bimbi contano i guadagni (un buon esercizio matematico). I turisti lo considerano un’attrattiva. L’orto si autofinanzia quasi completamente e buona parte del ricavato estivo è dato in beneficienza. Si sono già avviati, per esempio, tre orti scolastici in Uganda tramite un progetto internazionale di Slow Food, e realizzati alcuni piccoli «pozzi familiari» per l’approvvigionamento idrico in Mozambico sulla base di micro progetti delle Missioni Cappuccine.

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