Variante «Taverna» limitata dal Pup

Casette su diecimila metri in zona Strada dei Pescatori

di Valentina Fruet

In città, nei bar, al lago, nella piazza, sui social non si parla d’altro che della variante al piano regolatore approvata durante la seduta del consiglio comunale di venerdì scorso che, con soli 8 favorevoli e 2 astenuti, ha convertito le particelle fondiarie della società Taverna, da zone parco sotto tutela ambientale, verdi, agricole e dedicate a strutture balneari, ad aree alberghiere; un provvedimento secondo molti cittadini out of place, che si teme darà il via alla «cementificazione sfrenata delle rive del lago, trasformando il nostro gioiello verde per sempre».

Le minoranze, che al momento della votazione hanno abbandonato gli scranni per protesta e per «l’impossibilità di poter valutare la legittimità o meno dell’atto», e a riguardo non si sono espressi, hanno però ben chiaro l’impatto ambientale della variante al Prg: «basta guardare cos’ha fatto Calceranica, recuperando tre metri buoni di riva del lago e creando una meravigliosa passeggiata» ha commentato Gianni Beretta di Levico Futura «tutti stanno andando nella direzione opposta e noi diamo il via all’urbanizzazione? Inoltre per anni le amministrazioni hanno lottato contro l’abusivismo delle villette in fondo al lago, per recuperarne l’aspetto originale e verde».

«Si aprono con questo provvedimento, trattato con superficialità, la strada per nuove costruzioni in prossimità delle rive e situazioni che favoriscono la speculazione edilizia» ha aggiunto il cinque stelle Maurizio dal Bianco.

Il gruppo "Impegno per Levico", che nel 2013 aveva votato a favore del provvedimento «ora è cambiato nei suoi componenti e crediamo che non si debba spostare tutto il turismo sul lago, ma salvaguardare l’ambiente il più possibile» ha spiegato il portavoce di Impegno per Levico Efrem Filippi aggiungendo che costruzioni ce ne sono già in programma: «il nuovo bar della spiaggia libera (progetto da 460 mila euro ndr) andrà a triplicare il volume di quello esistente che per i cittadini è ormai simbolo, punto di aggregazione e piace nella sua semplicità».

Il sindaco Michele Sartori invece ha specificato, chiarendo la sua posizione di appoggio all’imprenditorialità di Levico, che «si tratta di una delibera del 2013, in seconda adozione e al tempo era stata approvata con 10 favorevoli e le cinque astensioni della minoranza; sinceramente mi è dispiaciuto non poter discutere della variante in consiglio comunale; avrebbe fatto piacere sapere cosa ne pensavano le minoranze e riuscire ad andare un po’ più nel dettaglio». Dettaglio che risulta infatti molto interessante, secondo i dati tecnici forniti dalla vicesindaco Laura Fraizingher.

«Le particelle si trovano tutte in prossimità della Taverna e soprattutto sul retro e a fianco del Du Lac; per quantificare si tratta di 10 mila metri cubi di potenziale edificatorio che si scontra però con le norme del Pup (Piano Urbanistico Provinciale) e in particolare l’articolo 22 che prevede che nella fascia lago (in prossimità della stradina dei pescatori e dello stabilimento balneare Taverna ndr) possono essere realizzati solo ampliamenti nel limite massimo del 10% dell’edificato della struttura ricettiva già presente. La possibilità di nuove costruzioni c’è ma sottoposta a norme molto stringenti». È previsto, anche se non vincolato dall’accordo privato-comune, un ampliamento della Taverna verso la spiaggia libera superiore a 200 metri quadrati con un volume che raggiunge l’altezza attuale del cento wellness e la realizzazione di alcuni «cottage» a lato Du Lac verso la stradina dei pescatori. Previsto dall’accordo è il ritiro del contenzioso giuridico tra il privato e il Comune, attualmente in corso che risale all’amministrazione Stefenelli.

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