Centro riciclaggio rifiuti in località Mesole La Provincia dà l'ok al maxi-ampiamento

L’area interessata è di oltre 30 mila metri quadrati. Un centro di riciclaggio rifiuti, quello autorizzato, con prescrizioni, dalla giunta provinciale, dieci volte maggiore rispetto a quello esistente. Siamo in località Mesole, al confine tra i comuni di Castelnuovo e Castel Ivano, a Villa Agnedo.
 
Un impianto, di proprietà della ditta Zortea srl, che oggi lavora 30 mila tonnellate di materiali provenienti da demolizioni e attività di scavo. Ma che, tra 4-5 anni, potrà arrivare fino a 308 mila tonnellate, introducendo nella gestione anche rifiuti lignei e, si legge nella delibera, anche scorie di acciaieria. Il progetto porta la firma dello studio tecnico Sandro Dandrea di Castelnuovo, del geologo Rodolfo Pasquazzo di Strigno e dello studio 3E di Trento. Oltre 5 anni è durato il procedimento di valutazione ambientale, progetto a suo tempo inserito anche all’interno dei patti territoriali.
 
Un iter difficile e tortuoso, ora giunto alla fine. Ma con diversi punti interrogativi, in attesa della progettazione definitiva.
 
A partire dalla viabilità di accesso con il Servizio Bacini Montani che ha messo diversi puntini sulle «i». Entro il 31 dicembre del 2017, data di scadenza del rinnovo di concessione, per accedere al centro di riciclaggio dalla strada arginale lungo il Brenta la ditta Zortea dovrà dare ampie garanzie circa la manutenzione della strada esterna, la regolamentazione degli accessi e gli interventi di umidificazione e pulizia per ridurre al minimo il rilascio delle polveri diffuse. In attesa che il comune di Castelnuovo individui una viabilità alternativa. 
 
Il nuovo centro dovrebbe essere realizzato entro 4 - 5 anni: in prima battuta è previsto l’allestimento dell’area di cantiere, poi l’allargamento e la realizzazione delle nuova viabilità di accesso. Un investimento, quello della ditta Zortea, che dovrebbe concretizzarsi per il 2022. Non solo materiali da demolizione e da attività di scavo, ma anche rifiuti legnosi e scorie di acciaierie. Il tutto a pochi metri dal letto del fiume Brenta. 
 
La progettazione preliminare ha previsto una serie di interventi per ridurre gli impatti ambientali: prevista l’installazione di un sistema di aspirazione ed abbattimento polveri, la pavimentazione in calcestruzzo dei piazzali e delle aree, l’umidificazione del terreno e la pulizia della vie di accesso. Non solo. Prevista anche la realizzazione di un vallo tomo, una fascia boscata lungo il Brenta per mascherare il centro: una sorta di «eco-tampone». 
«Per quanto riguarda la gestione delle acque meteoriche - si legge in delibera - è previsto il riutilizzo nell’impianto di bagnatura per l’abbattimento delle polveri ed il successivo scarico nel Brenta, previa trattamento in un disoleatore».
 
Per la Provincia l’impianto autorizzato non creerà problemi di inquinamento alla vicina frazione di Mesole, a Castelnuovo, grazie al tomo di mascheramento previsto anche lungo il lato sud-ovest dell’impianto. Il progetto definitivo dovrà essere autorizzato non solo da Castelnuovo ma anche dal comune di Castel Ivano: l’accesso principale all’impianto, infatti, è previsto da Villa Agnedo. Fin qui la delibera della giunta provinciale. 
 
La ditta Zortea srl ora dovrà predisporre, con tutte le prescrizioni del caso, la progettazione definitiva. Resta da definire la nuova viabilità di accesso, di questo se ne occuperà il comune di Castelnuovo. «Per quanto riguarda gli aspetti di partecipazione pubblica - conclude la delibera - si dà atto che non si sono tenute pubbliche assemblee».

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