Il sindaco di Borgo: «Matrimoni tra omosessuali non ne celebro»

Fabio Dalledonne è tranquillo, e di fronte all'ormai sdoganata possibilità di unioni a prescindere dall'appartenenza sessuale, tira dritto

di Gigi Zoppello

«Io unioni civili fra persone dello stesso sesso non ne celebrerò. Se mi verrà chiesto di farlo, delegherò a un altro assessore o consigliere, ma io di certo non lo farò». Il sindaco Fabio Dalledonne è tranquillo, e di fronte all'ormai sdoganata possibilità di unioni a prescindere dall'appartenenza sessuale, tira dritto.
Sindaco, non le pare di abdicare così ad uno dei suoi doveri di amministratore?
«No, perché conosco bene la legge e so di non infrangere alcun dovere. Non si tratta di obiezione di coscienza, che la legge non prevede in questo caso, ma di una mia scelta personale e ponderata».
Ma perché non è d'accordo con queste unioni?
«Guardi, io non sono omofobo, né razzista: ho sempre sostenuto di essere contro la legge Cirinnà: per me il matrimonio è solo quello dell'unione di un uomo e una donna».
Ma le unioni civili che si celebrano in Italia non sono matrimoni.
«Ma è questa la veste che vi si vuole dare, e io non sono d'accordo. Non sono omofobo, ma voglio essere libero di scegliere».
Quindi, chi le celebrerà queste unioni a Borgo?
«La legge prevede che possono farle gli assessori, o i consiglieri comunali. Non solo: il gesto più bell oche una coppia può fare è indicare un celebrante, basta che sia in regola con i requisiti di eleggibilità come consigliere, può essere anche un loro amico o conoscente. Le coppie omosessuali dovrebbero fare così, per non mettere in imbarazzo altri e per rispettarne la libertà».
Ma è lei il primo a non rispettare la libertà di una coppia di essere unita dal sindaco del proprio paese, non le pare?
«La mia è una questione personale, e mi sono interrogato andando a vedere bene le norme. Il punto è: la legge mi permette o meno di delegare a qualcun altro? Sì, me lo permette. Se invece fossi obbligato, allora sarebbe diverso. Io non mi sento di farlo e quindi delegherò. Su questo mi sento tranquillo, anche se so già che si scatenerà la polemica nei miei confronti».
Certo, un sindaco che si rifiuta di unire due persone secondo la legge fa notizia... 
«Sì, capisco, fa opinione, anche se io sono il sindaco di un piccolo paese del piccolo Trentino, che a livello nazionale forse pesa poco. Ma io sono convinto del fatto che ho una mia cultura e una mia tradizione a cui essere fedele. Se compissi una di queste unioni omosessuali, mi sentirei di non essere coerente, e non è il mio stile».
Le è già stato chiesto di celebrare una unione civile fra persone dello stesso sesso?
«No, infatti... stiamo ragionando su un caso astratto perché a Borgo finora non abbiamo avuto alcuna richiesta. Se ne arriveranno chiederò al mio vice, o a un altro assessore o consigliere. È già capitato per casi in cui ero impossibilitato».
Ma qui non è impossibilitato: ha già deciso a priori...
«Sì, ma come ho già detto sono tranquillo, mi sento in pace con la mia coscienza e coerente con i miei valori».

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