Ex Ingros, no al nuovo piano di lottizzazione

di Giorgia Cardini

Respinto al mittente: il nuovo Piano di lottizzazione presentato da Primiero Sviluppo srl per superare la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato l’annullamento di tutte le licenze e autorizzazioni per l’ex Ingros, non ha retto al vaglio del Comune di Transacqua.

Poco prima di passare la mano alla commissaria straordinaria Paola Matonti, che dovrà guidare il nuovo comune unico di Primiero - San Martino di Castrozza, l’amministrazione guidata da Roberto Pradel ha infatti notificato alla società a responsabilità limitata, che ha promosso la costruzione del polo di viale Piave, il proprio parere negativo sul nuovo Piano che prevedeva ancora l'abbattimento del colorificio Brocchetto, senza per altro che i titolari della ditta fossero stati coinvolti.

Gli stessi Brocchetto che, opponendosi prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, hanno fatto saltare in aria il polo fortemente voluto dalla Cooperazione, attraverso la  propria partecipata Coopersviluppo. Gli stessi che nelle scorse settimane avevano chiesto al Comune di poter visionare i nuovi atti, senza riuscirci, almeno in prima battuta

«Il piano presentato non consentiva di superare le censure evidenziate dalle sentenze», spiega Roberto Pradel, ex sindaco di Transacqua sì, ma ancora presidente della Comunità di Primiero e quindi ovviamente ancora in prima linea per cercare di salvare la Famiglia cooperativa, i cui dipendenti rischiano di restare a casa se si arriverà a un’ordinanza di demolizione e rimessa in pristino.

Ordinanza che a questo punto, però, non può sicuramente tardare molto: il Comune di Transacqua, per evitare nuovi ricorsi contro un atto obbligato dal contenuto del verdetto d’appello, il 24 novembre aveva chiesto una consulenza legale all’avvocato Lorenza Chimento di Padova. Il parere ormai dovrebbe essere arrivato.
Ma toccherà alla commissaria del nuovo comune unico, Paola Matonti, assumersi l’arduo compito di firmare una carta che nessun sindaco, regolarmente eletto, avrebbe mai voluto firmare.

Diego Brocchetto commenta: «Il punto nodale resta che lo stesso Comune ha nuovamente riscontrato aspetti urbanistici, come parcheggi e volumi commerciali non conformi alle leggi. Non erano conformi prima, non lo sono ora e ancora tutto scorre normale. C’è da chiedersi come la prenderanno i giudici».
E infatti Brocchetto non si spiega come mai l’amministrazione abbia continuato a raccogliere documenti «già depositati nei tribunali e già valutati dai giudici accertando l’illegittimità di ben due piani di lottizzazione» come se le sentenze non fossero «sufficientemente attendibili».

Per cui aggiunge: «Com’è possibile che la Coop sia ancora aperta? Ormai tutti iniziano ad ironizzare su questo stallo, ma viene da chiedersi il perché, oppure domandarsi: Se al posto della cooperazione fossi stato io a lavorare in un negozio totalmente privo di autorizzazioni edilizie e commerciali, avrei ricevuto lo stesso trattamento o mi avrebbero già fatto chiudere da un pezzo?. E la risposta che Brocchetto si dà è retorica.
«Infatti, continua, non si capisce come dopo oltre due mesi dalla pubblicazione della sentenza, tutto possa continuare. Se la Polizia o un altro qualsiasi organo di vigilanza constata lo stato di ebrezza di un conducente, lo lascia proseguire normalmente con la propria vettura?».
E conclude: «Oggi siamo qui in attesa di capire il nuovo commissario straordinario cosa intenda fare: se avrà bisogno di ripartire con tutta la trafila di richieste o se prenderà per buono l’esito del Tar e del Consiglio di Stato» che prevede la demolizione e la messa in pristino, con la conseguenza della chiusura del supermercato di Viale Piave.
Al giornale, la commissaria del Comune Paola Matonti ha risposto trincerandosi dietro il silenzio stampa.

 

 

 

 

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